Roma, 13 marzo – Mille euro in più in busta paga all’anno per chi guadagna 1.500 euro netti al mese, però da maggio. Renzi durante la conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri sul Job Act, fa proclami da miscellanea, un connubio di comizio in stile digitalizzato e una riunione aziendale. Come comunicatore prende 10 e lode, così lo premiano gli ospiti di Otto e mezzo di Lilli Gruber ieri sera.
Quanto ai fatti, non c’è provvedimento, né dl né ddl, sul fronte fiscale ma un nulla osta da parte del governo a una relazione del presidente del Consiglio che fissa una linea di condotta. Quasi una relazione quadro che intanto promette oltre agli sgravi in busta paga, anche il taglio del 10% dell’Irap e della bolletta energetica per le aziende. Renzi tra qualche battuta e molte slides, parla dei debiti della Pubblica Amministrazione, del Jobs Act, della scuola e del piano casa.
Sulle coperture, le slides fanno riferimento a spending review, calo dello spread e minori interessi sul debito. Oltre al lavoro di Cottarelli, si parla dunque del margine sul deficit che secondo Renzi se calcoliamo la forbice “tra il 2,6% e il 3%” “ci dà 6 miliardi”. Padoan rincalza parlando sempre in conferenza di “effetti espansivi che deriveranno dal taglio del cuneo sulla crescita e sull’occupazione”. Sulla questione irap- irpef che sembrava divenuta una staffetta, sembra si voglia accontentare tanto i lavoratori quanto le imprese, si annuncia infatti un taglio dell’Irpef ma anche misure per il mondo delle imprese (a partire dallo sblocco di 68 miliardi totali di debiti della Pubblica amministrazione).
Il tanto atteso Job act per il momento si scuce sull’annuncio di uno smantellamento della riforma Fornero del mercato del lavoro. Laddove si è puntato sui precari, per il contratto a termine si cambia aria: non potra’ durare piu’ di tre anni e non dovrà piu’ avere una causale.
Infine su casa e scuola il piano di Lupi prevede sostegno all’affitto a canone concordato, ampliamento dell’offerta di alloggi popolari, sviluppo dell’edilizia residenziale social e quello per l’edilizia scolastica.
Insomma la cabina di regia parte da palazzo Chigi e le manovre da neopremierato sembrano iniziate, almeno secondo le slides.