Roma, 11 Marzo – E’ ancora tempo di crisi per la Capitale che perde ancora colpi in meno di due mesi, registrando purtroppo la chiusura di ben 682 attività commerciali. Questi i dati allarmanti elaborati dalla Confesercenti, con Roma pecora nera e ultima fra i 10 comuni con il maggior numero di abitanti.
La crisi tra l’altro sembra non aver risparmiato nessun settore dell’economia: dal turismo all’intermediazione commerciale, infatti, i settori in crisi non fanno che aggiungersi a quelli già in sofferenza. Calcolando soltanto il bimestre Gennaio – Febbraio, le serrande dei negozi costretti a chiudere sono state circa 29 mila, a completamento di un saldo finale di 17723 fra attività e negozi chiusi.
Un primato di cui certo non andar fieri che vedono tra le altre cose le città di Milano e di Napoli subito dietro a completare il podio. Le 682 imprese chiuse nel periodo di riferimento che vi abbiamo indicato, inoltre, è da considerarsi quale saldo negativo tra aperture e chiusure. Il 90% circa delle chiusure, 451, appartengono, o per meglio dire appartenevano, al commercio al dettaglio in sede fissa, cioè negozi e botteghe artigiane.
Secondo L’Osservatorio della Confesercenti, costretti alla chiusura sono stati per lo più donne ed imprenditori over 50, a discapito di giovani e stranieri, che invece hanno avviato la propria attività.
Magra consolazione per la Capitale, a dispetto di tutti i settori che hanno registrato risultati negativi, un aumento delle postazioni ambulanti, il commercio su area pubblica, che ha registrato l’apertura di ben 34 attività.