8 Marzo, Roma – Con 28 voti a favorevoli, 6 contrari e 1 astenuto, il consiglio Regionale del Lazio ha approvato la sua legge di riordino sul contrasto alla violenza sulle donne. Promotore del’iniziativa, che va ad accorpare quanto già disposto in materia dalle norme del 1993 e del 2009, Simone Lupi (Pd), quale primo firmatario insieme ad altri 9 consiglieri ha permesso alla Legge 33 il recepimento, nello specifico, di quanto stabilito dalla convenzione di Istanbul del 2011. Un risultato sofferto, questo della legge 33, che ha dovuto affrontare molte difficoltà prima di essere approvata, con ben 200 emendamenti proposti dalla compagine del centrodestra e altrettanti sub-emendamenti dei rappresentanti 5 Stelle.
In virtù del percorso difficoltoso della legge, sono state necessarie tre seduto per la sua approvazione finale, quando Olimpia Tarzia della lista Storace si è vista approvare 140 dei 200 emendamenti, tra cui spicca l’eliminazione sulla questione di genere e la facoltà della Regione di costituirsi parte civile per tutti quei reati che hanno ad oggetto comportamenti violenti nei confronti delle donne o di minori. La questione di genere e la tutela riguarderà quindi la violenza sulle donne e non la violenza di appartenenza di genere, con la possibilità di estendere la legge ai minori di età in egual misura; a queste categorie la Regione fornirà, attraverso il proprio patrimonio immobiliare, luoghi quali centri anti-violenza, case famiglia o case in semi-autonomia.
Sul comparto prevenzione invece saranno promosse una serie di attività volte alla cultura della diffusione del rispetto verso le donne, in sinergia con le associazioni di categoria che già operano localmente e a livello nazionale. Il progetto impegnerà a più livelli la diffusione del rispetto già a partire dalle scuole, attraverso campagne di sensibilizzazione in cui studenti insegnanti e genitori verranno messi nelle condizioni di sviluppare una cultura del rispetto, contrastando il diffondersi di episodi di violenza e, non ultimo, di discriminazioni di genere e gli stereotipi tipici delle discriminazioni di razza, sesso e religione.
Inoltre, per le vittime di maltrattamenti, saranno messi a disposizione dei centri di supporto psicologico, spesso fondamentali per il reinserimento sociale delle vittime di maltrattamenti, oltre che un sostegno economico per le donne che sono state oggetto di violenza tra cui la sovvenzione di eventuali iniziative imprenditoriali e il ricollocamento lavorativo quando alla violenza si aggiunge anche il danno della perdita del posto di lavoro.
Particolari protocolli d’intesa prevedono che sia dedicata una particolare formazione in tale, poi, ai rappresentanti delle forze del’ordine, chiamati spesso in prima battuta ad intervenire quando si verificano episodi di violenza, e agli operatori sanitari di pronto soccorso. Per quanto riguarda i maltrattanti, cioè coloro che si macchiano di episodi di maltrattamento, la legge 33 prevede che siano istituiti dei percorsi riabilitativi da concordare di caso in caso con l’autorità giudiziaria. La regolamentazione della legge 33 ha l’obiettivo ultimo di promuovere una rete regionale anti-violenza grazie al finanziamento di un milione di euro all’anno per il triennio 2014/2016, grazie agli stanziamenti previsti dalla Giunta e promossi dall’Assessore delle Politiche Sociali e dai fondi comunitari 2014/2020.
Il piano di intervento, quindi, non sarà più annuale come negli anni passati ma triennale, stabilendo l’ammontare delle risorse e la distribuzione delle stesse in relazione ai servizi previsti dalla legge e dagli strumento di tutela in essa indicati.