Tutti i dati dell’ Operazione Pizzutella sono stati ufficializzati nella conferenza stampa alla presenza dal tenente colonnello Luciano Magrini, comandante del Gruppo Carabinieri di Frascati, del capitano Emanuele Meleleo, comandante della compagnia dei carabinieri di Colleferro, e dei luogotenenti Montesano e Sorrentino, rispettivamente comandanti del Nucleo Operativo Radiomobile e della stazione dei Militari dell’Arma sempre del Comune a sud della Capitale.
All’alba del 31 marzo i Carabinieri della compagnia di Colleferro, hanno portato a conclusione l’ Operazione Pizzutella , supportati da unità cinofile di Ponte Galeria e da un elicottero del centro di Pratica di Mare. Tra gli arrestati ci sono due imprenditori edili, fratelli di Segni, due operai, il gestore di un Bar di Segni, altri due fratelli operai di Gavignano, un disoccupato, un cittadino albanese e quattro operai di Artena, insieme a un pregiudicato e a un cittadino albanese di Valmontone. Questi ultimi due dovranno rispondere anche di sette furti in abitazioni della zona. Dalle indagini effettuate è emerso che gli arrestati si muovevano e operavano nella zona sud della provincia di Roma, nei comuni di Segni e di Artena, con una clientela disparata, per età, professione e ceto sociale.
Il giro di affari si aggirava sui 20 mila euro la settimana, tra la vendita di cocaina e di hashish. Se poi la merce non veniva pagata gli spacciatori si avvalevano del “tutti conoscono tutti” tipico di paesi come questi, la cui popolazione non supera le 10 mila anime. “Se non paghi lo diciamo ai tuoi familiari” era la frase tipica che si sentivano dire soprattutto i consumatori più giovani. Si è scoperto come uno dei clienti sia arrivato a vedersi “trattenuto” dai pusher la propria auto in cambio del debito che doveva saldare. E dove le parole non bastavano, si minacciava di ricorrere a eventuali armi clandestine, che nelle perquisizioni, tuttavia, non sono state trovate.
Roma, 31 marzo