Tagli ai manager. Una delle ricette renziane, anticipata, poi ribadita durante il tour europeo e con varie incognite riconfermata dai fedeli è che i sacrifici siano un po’ di tutti. Stavolta i manager si rivoltano alla eco dei tagli ai super stipendi che Renzi avanza anche dall’Ue, tour che ha visto l’Italia bacchettata da Barroso, forse per eccessiva iniziativa. A parlare più nel dettagli dell’ipotesi è il sottosegretario alla Funzione pubblica Angelo Rughetti, intervistato anche su La Stampa. Per il vice PA, anche figure come Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, dovranno cedere.
I manager sono infatti in allarme e in parte restano sconcertati dall’ipotesi di tagli ai propri stipendi. Scardinare anche l’aurea d’oro di stipendi al top sarà uno degli obiettivi dell’epoca renziana. A ben vedere però si tratta più che altro di una gestione americana anche della pubblica amministrazione, che preveda fluidità ed efficienza come cardini di valutazione del lavoro. Il sottosegretario Rughetti, offre allora un patto anti- tagli ai sindacati della Pubblica Amministrazione, attraverso un piano di alternanza e contrattazione. Innanzitutto in fatto di nomine propone un limite di tre mandati, quanto ai ruoli, propone la mobilità da applicarsi obbligatoriamente attraverso un action plan per mandare in maniera fluida personale dove serve.
Quanto alla spending Review essa dovrà andare nello stesso verso che i renziani hanno tracciato. Se lo stile Cottarelli non ha convinto Renzi per via di una serie di valutazioni non convincenti, esso sarà tuttavia fondamentale per valutare gli sprechi nella Pubblica Amministrazione. In sostanza saranno sì importanti gli utili dell’azienda, così come il ricompenso per il merito a figure professionali, ma non si potrà prescindere dalla situazione contingente. L’Italia non è la Germania per Rughetti e le valutazioni del governo che avrà secondo il vice, il compito di distinguere caso per caso, avranno come esito anche quello di riconsiderare determinate uscite. Sarà quindi necessario pensare all’utenza finale, quindi alla resa del servizio, cosa che sembra che in un contesto di ricambio possa essere più efficiente.
Tutti gli studi mostrano, secondo Rughetti, che l’efficienza è inversamente proporzionale alla durata dell’incarico. Al via quindi la rotazione, il controllo degli sprechi, e le regole sull’onorabilità. Sembra che si debbano trovare accordi sulla mobilità e anche per l’applicazione di quanto è stato legiferato ma non ancora eseguito.La parola d’ordine è tagliare gli sprechi.
Roma, 23 marzo