Roma, 7 marzo – C’era attesa e speranza, ma alla fine dalla Corte di Giustizia Federale non è arrivato nessuno sconto alla squalifica di tre giornate inflitta a Daniele De Rossi per il colpo proibito a Icardi durante Roma-Inter. Il centrocampista giallorosso era arrivato nel pomeriggio a testimoniare, ma le sue parole non sono servite a smuovere le acque. Condanna confermata, così come quella a Juan Jesus dell’Inter per il pugno a Romagnoli. Accolto invece il ricorso contro la chiusura della Curva Sud per i cori di Milan-Roma, parzialmente accolto il ricorso per la multa in seguito ai disordini di Bologna, che passa da 50.000 a 30.000 con diffida.
Nel pomeriggio il dg Mauro Baldissoni però era stato chiaro sul ricorso: “Non è applicabile la prova tv perché il fatto è avvenuto sotto gli occhi di ben tre arbitri, l’arbitro, l’addizionale e l’assistente che guardavano al centro dell’area. Non si può dire che non abbia visto, al massimo ha visto male ma lì si parlerebbe di moviola. In realtà Bergonzi ha visto benissimo, non si tratta di un atto violento e non si può parlare di atto violento da un frame di un replay televisivo. Icardi non si è nemmeno accorto del colpo ed è la prova che non si tratta di atto violento. Un episodio analogo è accaduto l’anno scorso, nel derby dello scorso anno, con De Rossi e Mauri. La società, in quel caso, non ha fatto ricorso perché sapevamo come la sanzione fosse giusta, e lo sapeva anche il giocatore. Questo non è il caso, perciò siamo qui. De Rossi tentava di sbracciare per riprendere posizione in una situazione di gioco, non a caso non sanzionato da tre arbitri che stavano guardando lì”.