Dodici ore di lavoro, 6 giorni su 7. La storia, quella di un 26 enne sfruttato dal proprio datore di lavoro. Il fatto risale al 2011, quando il giovane, a nero, era costretto a turni a massacranti di 12 ore al giorno, per una società che si occupa di bonificare manti erbosi. Una vicenda che non è sfuggita all’associazione Avvocato del Cittadino, che da tempo denuncia “la vergogna dei giovanissimi umiliati sul lavoro.
Di qualche giorno fa, una storia simile, ma che stavolta ha per protagonista un ragazzo di 19 anni, il quale durante la pausa pranzo veniva chiuso in ufficio. “Varie persone ci hanno poi chiamato per raccontare situazioni analoghe” racconta sconsolata Emanuela Astolfi, presidente dell’associazione. A partire dal 26 enne a cui abbiamo accennato all’inizio del nostro articolo. Tra questi, però, c’è anche il ragazzo impegnato nel ripristino stradale. Lavorava di giorno, di notte e pure a capodanno, con centinaia di verbali sottoscritti dal giovane e dai vigili urbani, che intervenivano sul luogo dell’incidente.
“Si è presentato con in mano un faldone di documenti che teneva stretti a sé perché sono la prova provata di quello che racconta – racconta Astolfi – già, perché la sua storia è quasi inverosimile: come si fa a lavorare 6 giorni su 7, 12 ore al giorno? E’ contro natura, come forse prodigiosa è la forza con cui molti giovani s’impegnano e si danno da fare per garantirsi un posto di lavoro”. La società garantiva uno stipendio di 1200/1500 euro al mese, questo finché la società non ha perso l’appalto.
“Calpestare la dignità dei ragazzi sul lavoro, sottoponendoli a turni o modalità di lavoro assurdi è vergognoso – conclude Astolfi – Siamo a disposizione di tutti coloro che, trovandosi in situazioni analoghe, hanno bisogno di aiuto per la tutela dei loro diritti con i nostri servizi di consulenza, presso la nostra sede di Roma,in via dei Fulvi 49”.
Roma, 9 aprile