Altro scandalo per l’Atac, ricevute bollette da capogiro per i telefoni aziendali. L’ultimo record è stato toccato da un dirigente che, nel primo bimestre del 2013, ha fatto telefonate per 2.740 euro. Succede questo in un’azienda, l’Atac, che spende al bimestre, in media, per i telefoni aziendali, dai 50 ai 70 mila euro.
Il dissesto parte da lontano: questo dei telefoni è solo la punta dell’iceberg. Siamo nel 2011 quando il sindaco in carica, Gianni Alemanno, mette mano al portafoglio del comune e conferisce in proprietà all’azienda i treni della metropolitana e le quote societarie di Atac Patrimonio. In tutto escono dalle casse del Campidoglio 569.6 milioni di euro, soldi che non bastano, però, a sanare un cratere che continua ad espandersi. Dal 2008 al 2012 le passività dell’azienda verso i fornitori sono aumentate del 40%.
Ora, le banche vogliono saldati i conti aperti, e se l’azienda non riuscirà a mettere un freno agli sprechi interni, iniziando ad abituare i suoi manager a risparmiare le risorse aziendali, rischia di presentare un un altro conto in rosso per il sindaco Ignazio Marino.
Roma, 27 aprile