Baby sitter: da lunedì 7 Aprile scatta l’obbligo del “certificato antipedofilia”, è un certificato penale del casellario giudiziario, che riguarderà tutti i lavoratori impiegati in una attività a contatto con soggetti minorenni. Come prevede il nuovo decreto legislativo 39/2014, il certificato serve per verificare che il personale scelto non abbia commesso reati contro i minori, dalla prostituzione alla pedofilia.
La legge toccherà tutti i settori: dalla semplice baby sitter di casa, asili, parrocchie, associazioni culturali e sportive, gruppi scout, scuole di danza e cooperative. La legge però non sembra entusiasmare le associazioni sindacali dei collaboratori familiari e le associazioni dei datori di lavoro, che già lanciano l’allarme per un eventuale caos burocratico. Infatti la procedura prevede il costo di 20 euro per il bollo, accompagnato da due giorni persi per richiederlo e ritirarlo.
“La conseguenza sarà inevitabile: aumenterà il lavoro nero. Con l’ennesimo fardello burocratico da sopportare molti genitori preferiranno non regolarizzare le dipendenti”, accusa Teresa Benvenuto, segretario nazionale dell’Assindatcolf (l’associazione sindacale datori di lavoro dei collaboratori familiari). La nuova legge crea caos anche su chi dovrebbe essere applicata, per esempio Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, spiega che le scuole si stanno interrogando se dovrà essere applicato sia a insegnanti che ai bidelli, anche la Cei si domanda cosa fare all’interno della Chiesa e con i catechisti. Insomma il dato più preciso sono sicuramente i costi da pagare, infatti sappiamo che non essere in regola con la nuova legge, costerà una sanzione tra i 10mila e i 15mila euro.
Roma, 5 aprile