In occasione della Giornata Internazionale del popolo rom ben 11 associazioni, tra cui Amnesty International Italia, hanno lanciato un appello affinchè venga bloccato il progetto di rifacimento del campo nomadi di via della Cesarina, investendo le risorse economiche in reali progetti di inclusione sociale.
Le critiche avanzate al Campidoglio riguardano in particolar modo il progetto di via della Cesarina che, denunciano le associazioni, verrebbe a costare più di un milione di euro. Inoltre le 137 persone che andranno ad abitare il campo sono momentaneamente ospitate nel Best House Rom, struttura di accoglienza convenzionata con il Comune di Roma, ma priva dei requisiti minimi organizzativi e strutturali previsti dalla legge. Ogni famiglia ha a disposizione una stanza di 12 mq senza finestre.
Sommando le spese per l’accoglienza nel Best House Rom al milione di euro preventivato per la ristrutturazione del “villaggio attrezzato”, il Comune di Roma andrà a pagare una somma superiore ai 60 mila euro per famiglia. Le associazioni chiedono al sindaco una “svolta epocale”, utilizzando l’ingente somma di denaro in progetti di inclusione sociale che “possano interessare, oltre alle famiglie rom, anche altre fasce della popolazione romana in disagio abitativo”.
A rilanciare l’appello delle associazioni Paolo Marchionne, Presidente del III Municipio da sempre a favore della chiusura del campo della Cesarina: “E’ a mio avviso fuori obbiettivo intervenire con risorse davvero ingenti che finirebbero per riproporre esclusione e marginalità, solo mitigate rispetto al passato”. Pur riconoscendo gli sforzi dell’assessore Rita Cutini rivolti all’inclusione sociale, la richiesta è chiara, avviare una strategia del tutto opposta a quella applicata negli ultimi anni dalla Capitale.
Interviene anche il Presidente della Commissione Politiche Sociali del III municipio, Yuri Bugli: “Abbiamo più volte richiesto a questa amministrazione di conferirci poteri e risorse per poter affrontare in maniera sistematica e in base a un vero decentramento amministrativo questa fattispecie, ma le nostre richieste sono rimaste inascoltate”. L’auspicio di Bugli è che “La chiusura del campo della Cesarina sia una priorità del Campidoglio e divenga la buona pratica che guidi le scelte sul tema nei prossimi anni”.
Roma, 9 aprile