Pubblichiamo il comunicato stampa del Coordinamento Comitati Rifiuti Energia del Lazio, dopo la manifestazioni dell’11 aprile, svoltasi davanti ai cancelli degli uffici regionali, in Roma.
I Comitati del Lazio – che si battono da tempo contro le devastazioni ambientali derivanti da una gestione permissiva e corrotta dei territori a scopo unico di profitto di lobby “storiche” e di lobby emergenti – hanno manifestato l’11 aprile, con alcune centinaia di cittadini davanti ai cancelli degli uffici regionali contro una Pubblica Amministrazione che continua a mettere a disposizione di affaristi senza scrupoli i nostri territori, non allontanandosi sostanzialmente dalle gestioni nefaste delle precedenti Giunte di governo.
Erano presenti molti “storici” Comitati, preoccupati per le minacce che tuttora incombono sull’ambiente e sulla salute dei residenti (Malagrotta, Albano, Guidonia, Bracciano, Fiumicino, Cerveteri, Gallicano-Genazzano ed altri). Una delegazione è stata ricevuta dal nuovo dirigente regionale, ing. Placidi (che ha preso il posto di De Filippis, messo agli arresti perché interno al “sistema Cerroni”), dal segretario del presidente Zingaretti, dott. Del Giudice, dal dott. Monaco e dall’ing. Lazara. A questi funzionari è stata presentata la situazione – spesso a loro poco nota (!) – che vivono i nostri territori, falcidiati e devastati da decenni di malaffare legato alle attività di vecchi e nuovi impianti nocivi (discariche, TMB, inceneritori, impianti a biomassa/biogas). Alla richiesta di chiudere col passato, di ascoltare le popolazioni interessate, di cercare strade più virtuose, di redigere Piani per i rifiuti e per l’energia, è stato risposto che è tutto in essere, che non c’è ancora nulla di definito, anche se il documento della Confservizi del dicembre scorso è riconosciuto come “base scientifica” (sic!) per il nuovo Piano del Lazio. Tale documento, ricordiamolo, punta a rafforzare il potenziale degli inceneritori di Malagrotta e S.Vittore, a costruire altri TMB, a riempire il Lazio di inquinanti digestori anaerobici a biogas. Alla constatazione, da parte dei Comitati, dell’inutilità di processi nocivi ed antieconomici legati alla visione impiantistica degli uffici regionali, è stato risposto, con tutta semplicità: “I rifiuti da qualche parte dobbiamo metterli! Siamo già riusciti a raggiungere il 22% di media regionale di raccolta differenziata!”. La promessa di rivedere tutte le autorizzazioni ambientali “forzate” dalle richieste cerroniane, avanzata il 22 gennaio scorso da Zingaretti è già stata messa nel dimenticatoio, tanto che – come ha fatto sapere il sindaco Marino – Roma prevede di “requisire” tutti gli impianti di Manlio Cerroni per “uscire” dal rischio emergenziale. Ai territori sottoposti alle devastazioni ambientali ed alle minacce di nuovi insediamenti
nocivi (spesso incentivati proditoriamente con denaro pubblico) non resta che prendere atto delle chiusure degli amministratori regionali e continuare la lotta, la mobilitazione quotidiana, i ricorsi giudiziari ed amministrativi, con in più la consapevolezza della positività dei percorsi unitari e condivisi da parte delle popolazioni e dei comitati che le rappresentano.
Roma, 12 aprile