La mamma di Federico Aldovrandi sull’applauso del Sap per il sostegno dato ai poliziotti condannati per l’ucissione del figlio non è andata giù, come non è andata giù a Renzi, “Vicenda indegna” e al ministro degli interni Giorgio Alfano, che ha parlato di “Gesto gravissimo” e per questo ha annullato l’incontro del Viminale fra i rappresentanti del Sap e la donna. Annullato inoltre un altro incontro sempre tra la donna e l capo della polizia Pansa. L’ovazione presso il Grand Hotel di Rimini di martedì pomeriggio, dove si è tenuto il congresso del sindacato autonomo di polizia, insomma ha creato non pochi imbarazzi e malumori, con il sindacato pronto a difendere i propri tesserati e gli organi istituzionali a stigmatizzare il gesto.
Al congresso erano presenti tre dei quattro poliziotti condannati:Paolo Forlani, Luca Pollastri ed Enzo Pontani. Assente Monica Segatto, l’unica donna coinvolta. Rcordiamo che la Corte di Cassazione, nel 2012, ha confermato una pena di 3 anni mezzo per omicidio colposo ai quattro gli agenti per fatti avvenuti nella notte del 25 settembre 2005 a Ferrara, quando un banale controllo si trasformò in tragedia, con Federico Aldovrandi di rientro da una serata a Bologna. Tre anni sono stati coperti dall’indulto, mentre la restante parte della condanna è stata scontata in carcere dagli agenti. Una condanna ritenuta ingiusta da molti colleghi appartenenti al sindacato e non, ascoltati anche come testimoni nell’ambito del processo. Una vicenda burrascosa che spesso ha richiesto la scorta per gli imputati e il trasferimento del questore del capoluogo emiliano.
«È terrificante, mi si rivolta lo stomaco – ha detto la mamma di Federico – Cosa significa? Che si sostiene chi uccide un ragazzo in strada? Chi ammazza i nostri figli? È estremamente pericoloso». E su Facebook «Provo ribrezzo per tutte quelle mani. Pansa era li?» Il Capo della Polizia, però, era già andato via al momento della standing ovation.
RENZI: «INDEGNO»; ALFANO: «GRAVISSIMO» – A parziale risposto ai quesiti postati dalla mamma del ragazzo Federico, la donna ha ricevuto in serata la telefonata del premier Matteo Renzi, che ha voluto esprimerle la sua solidarietà per «l’indegna vicenda». Anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano ha commentato duramente la vicenda «gli applausi sono un gesto gravissimo e inaccettabile che offende la memoria di un ragazzo che non c’è più e rinnova il dolore della sua famiglia. Applausi che danneggiano la polizia e il suo prestigio». Da qui, la decisione di revocare «l’appuntamento che avevo dato al Sindacato autonomo di polizia per martedì a Roma, al Viminale: «Uomini e donne in divisa non possono applaudire contro una sentenza passata in giudicato: questa è la nostra parola definitiva». Queste le parole del viceministro agli Interni, Filippo Bubbico, «gli applausi sono un oltraggio, prima ancora che a Federico Aldrovandi e alla sua famiglia, al sacrificio dei poliziotti, e le forze di polizia non devono essere strumentalizzati come è successo ieri». Infine, una polemica politica: «È successa una cosa molto grave ma circoscriviamo la questione a una manifestazione elettorale: gli stessi poliziotti iscritti al sindacato Sap, sanno che è in atto il tentativo per ‘partitizzare’ quel sindacato».
Dello stesso parere il capo della polizia Alessandro Pansa, che pure all’applauso non ha partecipato perché già andato via, intervenuto in mattinata al congresso per parlare delle «nuove regole d’ingaggio» necessarie dopo gli abusi documentati in occasione degli incidenti dello scorso 12 aprile a Roma. Il capo della polizia si è detto ha parlato in termini di «vicinanza e solidarietà» alla madre di Federico «non riconoscendosi in alcun modo in comportamenti che trova gravemente offensivi nei confronti della famiglia Aldrovandi e della società civile che crede nell’operato delle donne e degli uomini della polizia». Una presa di posizione cui è seguita una chiamata per fissare nel pomeriggio di oggi, 30 aprile, un incontro. Lo ha detto Alfano, augurandosi di poter partecipare egli stesso all’incontro.
Dal canto suo, il Sap ha parlato di «danno infinito ai colleghi» con il segretario generale del Sap, Gianni Tonelli, pronto a rivendicare il gesto di acclamazione di Rimini: «L’onorabilità della Polizia di Stato è stata irrimediabilmente vilipesa e solo una operazione di verità sarà in grado di riscattare il danno patito. Alla stessa stregua i nostri colleghi, ingiustamente condannati, hanno patito un danno infinito. Le cause della morte di Aldrovandi sono ben altre – ha precisato ospite a Radio 24. “I colleghi li ho applauditi, sì. Non mi nascondo dietro un dito. Considero i colleghi condannati per errore giudiziario e cerchiamo una revisione del processo. Se uno legge gli atti giudiziari, si rende conto che le causa della morte di Federico Aldrovandi sono altre, non quelle stabilite dalla sentenza». E alla domande se questi pensa ci saranno ripercussioni per il gesto da parte dei vertici della polizia, risponde: «Assolutamente no. Penso che la libertà di espressione non sia messa in discussione».
Di diverso avviso, Daniele Tissone, segretario generale Silp Cgil – C’è molto da fare sul versante della formazione interna». «Il rispetto e la sacralità della vita umana, per chi ha scelto di mettere la propria vita al servizio del Paese, della difesa delle Istituzioni democratiche e dei cittadini nel rispetto della legge, è e deve restare condizione imprescindibile e irrinunciabile», afferma Felice Romano, segretario generale del Siulp, che chiede il rispetto delle sentenz-e
Ma la polemica non finisce qui, perché molti i politici che hanno espresso la loro opinione su quanto accaduto a Rimini, vedi il responsabile sicurezza del Pd Emanuele Fiano, definendola «inaccettabile». Il coordinatore nazionale di Sel, Nicola Fratoianni, parla di «applausi agli assassini di Federico Aldrovandi agghiaccianti e inaccettabili. Chi applaude quegli agenti applaude ad un crimine vergognoso e non è certo degno di vestire una divisa. Non si può accettare che chi è chiamato a garantire la sicurezza dei cittadini possa compiere gesti terribili come quello di oggi». Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, scrive al contraio su Facebook: «Polemiche contro i Poliziotti del Sap che hanno osato applaudire dei loro colleghi condannati. Io sto con i Poliziotti, con i Carabinieri, e con chiunque rischia la vita per difendere i Cittadini». Ed Ignazio La Russa, «se quell’applauso va ai poliziotti che spesso sono oltraggiati, capisco la rabbia che esplode in quell’applauso. Certo però non era il momento migliore». «Bisogna inchinarsi di fronte alla sentenza», ha detto l’attuale governatore della Lombardia, Roberto Maroni: «Non commento queste cose – rispondendo ad una domanda a Radio Capital – Sono sempre stato dalla parte dei poliziotti, nel senso che ho sempre difeso l’operato delle forze dell’ordine spesso mandate allo sbaraglio, purtroppo, in piazza» ma, prosegue Maroni «è ovvio che quando c’è una sentenza di condanna che ha riconosciuto la responsabilità, bisogna inchinarsi di fronte alla sentenza. In questo caso specifico mi pare che i fatti siano stati accertati». Per i deputati della commissione Giustizia del M5S gli applausi di Rimini «sono pazzia e disumanità».
Un applauso a cui seguita la protesta sui vari social network con centinaia di commenti negativi postati sia sulla pagina della mamma di Federico Aldrovandi, sia su Twitter, tutti accompagnati in questo caso dall’hashtag #vialadivisa, nome del movimento che lo scorso 15 febbraio ha chiesto all’interno di una manifestazione che agli agenti condannati sia impedito di indossare di nuovo la divisa.
Roma, 30 aprile