Dopo lo sgombero della scorsa settimana, circa 200 nuclei familiari hanno vissuto in una tendopoli nel piazzale della sede del VII Municipio. Il presidente, Catarci, si era definito contrario allo sgombero forzato e alle conseguenti cariche che avevano caratterizzato quella giornata, per questo aveva dato ospitalità alle famiglie, senza però essere in grado di fornire una soluzione definitiva . Questo pomeriggio i movimenti per la casa e i nuclei familiari sgomberati sono tornati ad occupare uno stabile nel quartiere Montagnola, a pochi metri da quelli già sfollati la scorsa settimana. Lo rendono noto tramite una nota, denunciando anche vari danni agli edifici subiti dagli edifici nelle fasi più concitate:
“Dopo il violento lo sgombero violento della Montagnola -si legge nel comunicato- dopo che le istituzioni hanno lasciato dormire e vivere per quasi una settimana, in una tendopoli resistente presso la sede dell’ VIII municipio, circa 200 nuclei familiari con decine di bambini, a poche centinaia di metri da un palazzo oramai vuoto ed internamente distrutto per assicurarsi che non fosse rioccupato i movimenti per il diritto all’abitare hanno deciso di reagire trovando da soli, nell’autorganizzazione, quella soluzione che le amministrazioni non hanno voluto mettere in campo. Di fronte all’inerzia delle istituzioni locali -rincara la dose il comunicato- di fronte ad un governo che vuole deliberatamente trasformare e affrontare le questioni sociali che attraversano la città ed il paese in problemi di ordine pubblico scatenando una assurda guerra contro i poveri, abbiamo deciso di non abbassare la testa e di continuare con determinazione la lotta per il diritto alla casa e all’abitare, occupando una ex scuola abbandonata in via di Tor Carbone”.
Roma, 22 aprile