“Il poliziotto che ha calpestato la ragazza non è un cretino”. Il prefetto Giuseppe Pecoraro a pochi giorni di distanza risponde alle dichiarazioni del capo della polizia Alessandro Pansa, il quale per sua stessa ammissione aveva dato invece del cretino allo stesso agente, colpevole di aver calpestato una ragazza durante gli scontri di sabato 12 aprile, tra forze dell’ordine e manifestanti. Un video che ha fatto sin da subito il giro del web sia per la brutalità del gesto, sia per il fatto che lì a terra ci fosse appunto una ragazza e un giovane, pronto a soccorrerla facendole scudo con il proprio corpo. E poi il sangue, per le manganellate ricevute.
«Se ci interroghiamo sul perché quell’artificiere era dove non doveva stare e ha fatto quel che non doveva fare, magari ci avviciniamo a una possibile soluzione», Ha detto Pecoraro. «Forse lo ha fatto per dare una mano ai suoi colleghi. Per la frenesia e la frustrazione di chi, improvvisamente, si sente bersaglio alla mercè di chi, i manifestanti, è chiamato a tutelare. Per 1.200 euro al mese». Parlando invece del corteo, «la gestione della piazza è stata un successo» afferma il prefetto. «Non ci sono stati danneggiamenti significativi, abbiamo difeso i luoghi istituzionali, è stato consentito lo svolgimento della manifestazione, è stata contenuta e respinta la provocazione dei violenti evitando che la situazione degenerasse. Di fronte al lancio di bombe carta e di poliziotti feriti, si sono evitate le cosiddette cariche profonde in punti che avrebbero messo a repentaglio l’incolumità di migliaia di manifestanti». In merito alla Montagnola, «è da quindici giorni che gli occupanti sapevano che esisteva un provvedimento della magistratura di sgombero a cui la polizia doveva dare esecuzione».
«Ora, cosa bisogna fare se qualcuno decide di impedire che quell’ordine venga eseguito? E se per impedirlo accade che vengano tirati oggetti di ogni tipo dall’alto, addirittura lanciati segnali stradali? Siamo o no in uno Stato di diritto?». Pecoraro è però d’accordo sul codice identificativo da inserire sui caschi, però a patto di «introdurre, contestualmente, norme che regolamentino il diritto costituzionale di manifestare».
Roma, 17 aprile