“Appena insediati ci siamo posti il problema di come rendere più efficiente la macchina amministrativa capitolina per migliorare i servizi resi ai cittadini. Siamo al lavoro da mesi per definire il nostro progetto di revisione e innovazione, nonché per affrontare le criticità note già prima che arrivasse la relazione del Mef. Tanto che in questi mesi sono state numerose, lo dico con rammarico, le contestazioni dei dipendenti, che sono addirittura scesi in piazza per chiedere, ad esempio, le progressioni verticali e lo scorrimento delle graduatorie interne. Strumenti ampiamente utilizzati in passato, contestati anche dal Mef, e ai quali noi abbiamo responsabilmente messo uno stop che tiene conto della normativa nazionale in materia”. Lo dichiara, in una nota, il vicesindaco e assessore al Personale di Roma Capitale Luigi Nieri.
“Con le organizzazioni sindacali lo scorso febbraio abbiamo firmato un verbale d’intesa – prosegue Nieri – per ragionare insieme sull’applicazione della disciplina decentrata. Un ragionamento che la precedente amministrazione non ha mai affrontato, come emerge nella relazione del Mef che contesta, infatti, gli anni che vanno dal 2008 al 2013. A marzo abbiamo poi approvato in Giunta un’importante Memoria sulle linee di indirizzo per l’organizzazione del lavoro, la valorizzazione delle risorse umane e il correlato aggiornamento della disciplina decentrata, una Memoria che traccia le nostre proposte di intervento sul tema e che è la base del confronto con le rappresentanze dei lavoratori. Nella Memoria si fa uno specifico riferimento alle esigenze di cura e mantenimento dei livelli operativi ed erogativi correnti, ma anche a una organica e unitaria revisione delle discipline riservate alla contrattazione collettiva decentrata integrativa, con specifico riferimento alla definizione dei trattamenti economici accessori del personale. E’ evidente, perciò, che il cambio di passo c’è stato ed è stato molto deciso. Si tratta di un lavoro molto complesso, naturalmente, perché alcune prassi si sono consolidate negli anni e sono state utilizzate per tenere a un livello accettabile gli stipendi a fronte della particolarità dei servizi resi. Quando è stata approvata la legge su Roma Capitale, infatti, oltre a mancare i finanziamenti, sono mancati gli strumenti normativi per adeguare i contratti dei dipendenti alle evidenti peculiarità dell’ente e alle prerogative dimensionali e strategiche della Capitale”.
“Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che i contratti dei dipendenti sono fermi dal 2009 e che gli stipendi dei lavoratori comunali sono già troppo bassi a causa di politiche nazionali sbagliate, che negli anni hanno colpito senza criterio e in maniera indiscriminata i dipendenti della PA. Intanto la crisi ha aggredito sempre di più e alle persone vanno date certezze. Anche il Presidente del Consiglio Renzi ha promesso a chi è più in difficoltà i famosi 80 euro in più in busta paga per contrastare gli effetti della crisi. Perciò anche noi, pur consci dell’assoluta necessità di riordinare tutti gli istituti oggetto di contestazione degli ispettori, siamo impegnati a trovare ogni strumento utile a mantenere inalterati gli stipendi dei dipendenti. Porteremo avanti il processo di riorganizzazione con tutti i nostri dipendenti e le loro rappresentanze sindacali, non lo faremo mai in modo autoritario. Si può arrivare a un risultato legittimo e soddisfacente per tutti solo lavorando insieme, ed è quello che stiamo facendo. Presenteremo le nostre osservazioni e illustreremo al Mef che a Roma c’è un percorso di inversione di tendenza in atto. Allo stesso tempo – conclude Nieri – rivendicheremo con forza il riconoscimento, attraverso adeguate norme e adeguati fondi, di ruoli e funzioni specifiche di Roma Capitale e della Città Metropolitana, perché non si può non tenerne conto”.
Roma, 12 aprile