L’occupazione dello scorso venerdì nell’albergo di via Costantino, in zona San Paolo, è già terminata. Aveva lo scopo simbolico di mostrare l’inefficienza di molte politiche edilizie e il problema dell’emergenza abitativa, ormai ben oltre il livello di guardia. Il centro destra ha colto l’occasione per sottolineare l’inadeguatezza delle politiche del centro sinistra, al governo a Roma (lo stabile è di proprietà del gruppo Caltagirone). La proposta dell’opposizione è quella di annetterlo al patrimonio del Comune e trasformarlo in un albergo sociale.
Non è però chiaro che cosa si intenda con questo termine, che risulta più fuorviante che altro, a dare voce ai dubbi in proposito è stata la presidentessa del Comitato inquilini. «Non è molto comprensibile la definizione di ‘albergo sociale’ – ha osservato la signora Arcangeli – quanto ne costerebbe o ne costerà la gestione? A chi sarebbero destinati eventuali alloggi e per quali periodi? E, visto che stiamo tirando per la giacchetta Roma Capitale madre di tutte le iniquità edilizie degli ultimi 40 anni perché non far acquisire al Roma Capitale anche gli stabili di edilizia economica e popolare, regalati ad enti quali l’Enpaia, solo poche centinaia di metri più in là, sempre qui a San Paolo, e abitati da inquilini paganti da sempre e sfrattati da oltre 4 anni ?»
Il Comune in proposito sembra voler utilizzare lo stabile per porre un iniziale freno all’emergenza abitativa, utilizzandolo quindi come alloggi popolari, un’ipotesi molto diversa dall’albergo sociale. Ancora non ci sono certezze sul futuro utilizzo dell’ex albergo, di certo le responsabilità sono tutte in mano a Marino.