Arrestata all’aeroporto di Nizza Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena. La donna è stata fermata dalla polizia francese in presenza dell’ufficiale di collegamento italiano e di alcuni funzionari della Dia. La donna è stata bloccata in relazione alla latitanza dell’ex parlamentare di Forza Italia Matacena, per cui è stato arrestato pochi giorni fa anche l’ex ministro Claudio Scajola per essersi adoperato a garantirne la fuga. Per il gip, Scajola era “totalmente asservito” alle necessità di Rizzo. Nelle ipotesi della Procura, la possibilità che Scajola fosse “l’interlocutore delle cosche”. La moglie di Matacena, nel frattempo, si è così difesa: ”Voglio mettermi a disposizione della giustizia per chiarire la mia posizione – ha detto all’Ansa, di ritorno dall’Italia- L’unica cosa che voglio e riabbracciare i miei figli e chiarire. Credo nella giustizia e ritengo che presto si farà chiarezza”. Secondo la Dda, è probabile che la Rizza abbia avuto più di un incontro sospetto con Scajola per chiederne l’aiuto.
Scajola “rappresenta la proiezione degli accordi e degli impegni assunti da Matacena”. Queste le motivazioni che hanno portato la Dd di Reggio Calabria alla richiesta dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex ministro e di altre sette persone presso il gip, con una richiesta ulteriore sull’aggravante di collusione con la ‘ndrangheta. Una richiesta che però non è stata accolta dal gip. Secondo il giudice, infatti, “manca un supporto indiziario idoneo a superare il mero dato congetturale secondo il quale lo Scajola rappresenta la proiezione degli accordi e degli impegni assunti dal Matacena: invero, anche se è emerso un coinvolgimento economico del primo negli affari dell’imprenditore, non emerge un interesse politico sovranazionale orientato a favorire, attraverso possibili ‘finanziamenti pubblici’ soggetti di vertice della ‘ndrangheta reggina”. Dal canto suo, vista la risposta del gip, l’antimafia ha già predisposto il ricorso da presentare al tribunale del riesame.
L’ex ministro avrebbe promesso soldi alla moglie di Matacena. In base all’accusa, Scajola in virtù della candidatura al Parlamento europeo e della probabile elezione avrebbe concesso i 15.500 euro del suo stipendio a Chiara Rizzo, da utilizzare come’anticipo per l’affitto di una casa a Montecarlo. All’interno del documento relativo all’ordinanza di custodia cautelare è riportato lo stralcio di una telefonata intercettata dalla Dia e risalente al 4 aprile 2014. “Claudio chiama Chiara e parlano della soluzione migliore affinché Claudio possa dare 15.500 euro a Chiara che deve dare l’anticipo per l’affitto di un nuovo appartamento senza che risulti il suo nome”. “Claudio – prosegue l’ordinanza – dice che per lui era meglio aspettare un po’ di tempo perché se lo candidano, la sua elezione sarebbe molto probabile, per la certezza devono aspettare il 25 di maggio, e comunque con la carica di europarlamentare lui potrà darle una grossa cifra per la copertura delle spese della casa. In caso di mancata candidatura Forza Italia gli proporrà un incarico di prestigio e anche in questo caso l’incentivo economico sarebbe importante. Claudio ribadisce che il ritardo di un mese-un mese e mezzo porterebbe più tranquillità di copertura finanziaria. Chiara dice che comunque, se non aiutata, non vuole rischiare l’affitto della nuova casa, ritarderà comunque la risposta all’agenzia immobiliare per vedere come si evolve la situazione”.
Roma, 13 maggio
Caso Scajola: arrestata a Nizza Chiara Rizzo, moglie di Matacena | ITMTelevision
14 Maggio 2014 @ 05:52
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