Il limite massimo dei 240 mila euro sugli stipendi dei manager pubblici non vale nel caso in cui le aziende siano quotate in borsa. A riportarlo, “il Corriere della Sera,” che spiega come la deroga permetta di “aggirare” sostanzialmente la soglia dettata dal Quirinale e sposata dall’attuale Governo. Questo significa che non ci saranno limiti neanche per le super liquidazioni che Eni, Enel, Terna e Finmeccanica – i giganti a partecipazione statale, quotati, che da poco hanno rinnovato i vertici – dovranno elargire ai manager “messi a riposo” dall’esecutivo. Sommando le buonuscite, si raggiunge attualmente un ammontare complessivo di 23 milioni di euro. Senza contare come la cifra in questione potrebbe aumentare.
Secondo un’indagine del giornalista Lorenzo Salvia, in cima alla “classifica” delle maxi-liquidazioni c’è Paolo Scaroni, con un assegno di poco sopra agli 8 milioni di euro di cui, 3,2 milioni da corrispondere quale bonus fisso – sia in caso di scadenza anticipata sia di fine mandato – e ulteriori 2,2 milioni riconosciuti per il rispetto della clausola di non concorrenza. Che di fatto significa che Scaroni verrà pagato per il suo “impegno” a non lavorare presso aziende, appunto, concorrenti. Nello specifico, la clausola contrattuale, però, è valida soltanto per Europa e il Nord America e solo per un anno. Ma Scaroni non sarà l’unico a beneficiare di quella che si può definire una zona d’ombra rispetto ai dettami imposti circa i compensi relativi ai manager della pubblica amministrazione: Finmeccanica, infatti, verserà all’ex ad Alessandro Pansa 5,45 milioni di euro. Nello specifico, si tratta di un’ «indennità compensativa e risarcitoria» per i 13 anni di lavoro in azienda, a cui si aggiungono, inoltre, una serie di voci minori (vedi le competenze di fine rapporto). L’importo riconosciuto a Pansa, però, ha già sollevato le proteste di Federconsumatori e Adusbef: «L’ennesima vergona», hanno denunciato, riferendo come la buonuscita di Pansa corrisponda a conti fatti «alla retribuzione annua di mille precari».
Tra i beneficiari delle liquidazioni milionarie, oltre a Pansa e a Scaroni, c’è anche l’ex amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, con un assegno che si dovrebbe aggirare intorno ai 7 miloni di euro. Questo sempre le stime del “Il Corriere della Sera”, soprattutto in assenza di dati certi, che verranno svelati dopo l’assemblea dei soci della prossima settimana. Dal canto suo, Flavio Cattaneo, ex manager di Terna, si accontenterà, invece, di una «spettanza da lavoro dipendente» per 2,4 milioni di euro. In questo caso, infatti, non si tratta né di bonus, né di buonuscita per la sua carica di amministratore delegato, ma di due annualità corrispondenti ad una parte del suo stipendio incassato in quanto direttore generale.
Rimane congelata, al contrario, ancora la liquidazione di Massimo Sarmi al quale dovrebbero spettare, da contratto, sei milioni di euro. Da questo punto di vista, però, il C.d.a della società pubblica ma non quotata in borsa nonn ha ancora sciolto i dubbi al riguardo.
Roma, 17 maggio
Gli ex manager pubblici costano agli italiani 23 milioni di euro | ITMTelevision
17 Maggio 2014 @ 18:53
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