“La Fiat non manderà a casa nessuno dei suoi dipendenti italiani”. Sergio Marhionne, queste le parole dell’amministratore delegato alla presentazione del piano Fiat-Chrysler vuole essere chiaro su questo punto e pronuncia queste parole quando in in Italia è già notte fonda. L’obiettivo del nuovo piano industriale, del resto, è il pieno utilizzo degli impianti italiani che oggi funzionano solo a metà.
Alla domanda su quante linee produttive entreranno a far parte dello stabilimento, l’a.d risponde: “Ho scelto di non entrare in questi dettagli per evitare di aprire discussioni infinite. Garantiremo la piena occupazione a Mirafiori e negli altri stabilimenti. Tutti i dipendenti di Pomigliano verranno utilizzati”.
Una sindacalista polacca nello specifico ha chiesto: “una parola di certezza sul fatto che a Tichy verrà prodotta l’erede dell’attuale Punto”, che invece non sarà più prodotta a Melfi, insieme alle perplessità degli analisti americani: “Signor Marchionne non considera rischioso investire 7 miliardi di dollari nel rilancio dell’Alfa Romeo? E perché produrla solo in Italia quando si potrebbe fare in America o in altre parti del mondo? E poi, se non dovesse tenere buoni rapporti con gli italiani, si lancerebbe in questa avventura?”. Domande provocatorie e allo stesso tempo scomode, partendo dal presupposto che il rilancio del marchio Alfa sarà finanziato con gli utili dl mercato americano. Marchionne, però, non si è lasciato intimorire e ha risposto che “produrre in Italia è conveniente perché gli stabilimenti ci sono già e i costi di trasporto nei vari paesi del mondo nei segmenti premium non incidono molto sul prezzo finale”.
“Siete pronti allo scorporo per arrivare un giorno alla quotazione?” è stata un’altra domanda spinosa a cui però, Marchionne ha risposto ridendo, dicendo: “Non è previsto alcun scorporo. Se anche un giorno decidessi di usare una società che esiste da almeno 15 anni e che si chiama Alfa Romeo spa, questo servirebbe solo a creare un bilancio separato, come facciamo per Maserati e Ferrari”.
“Ma non potrebbe essere il primo passo verso la quotazione separata?”. Marchionne ride ancora: “Chi dice queste cose? I banchieri? Lasciamo perdere e occupiamoci di fare bene le automobili”.
Sergio Marchionne è arrivato alla conferenza stampa accompagnato dal Presidente di Fiat, John Elkann. Il principale azionista del Lingotto garantisce: “Abbiamo piena fiducia in Sergio. Penso che resterà con noi almeno fino alla fine del piano”, cioè nel 2018. E dopo? “Abbiamo validissimi collaboratori, la successione non sarà un problema” garantisce l’amministratore delegato. E Elkann aggiunge : “Quello della successione è un tema importante ma non attuale”.
Roma, 7 maggio