Un’organizzazione perfetta quella messa in piedi da una piccola banda di spacciatori. Vedette a piedi e in moto, pusher con walkie talkie e sistemi di comunicazione sicuri per fornire al cliente di turno, che arrivava a San Basilio, la droga ad ogni ora del giorno e della notte. Questo quanto ricostruito dai carabinieri della locale stazione, che alle prime luci dell’alba hanno arrestato 5 persone appartenenti ad un sodalizio dedito allo spaccio di stupefacenti nel quartiere del municipio Tiburtino, noto crocevia del traffico di droga nella Capitale.
L’attività investigativa è scaturita da prolungati e reiterati servizi di osservazione controllo e pedinamento effettuati dai Carabinieri, nel mese di marzo 2014, nell’omonimo quartiere romano. Durante tali servizi, concentrati nelle vie limitrofe a via Albero Enrico Folchi, i militari hanno accertato la responsabilità, nelle attività di spaccio, di quattro cittadini italiani e uno straniero, i quali ciascuno con precisi ruoli e responsabilità garantivano, 24 ore su 24, la fornitura dello stupefacente alla clientela.
Dalle indagini è emerso come la copertura all’attività criminosa fosse garantita da vedette statiche, appiedate e mobili, auto o moto munite, che avevano il compito di segnalare ai complici il sopraggiungere delle forze dell’ordine o di veicoli comunque sospetti. A tali vedette, che avevano anche il compito di indirizzare i clienti verso il pusher, si aggiungeva un complice che era deputato a ricevere gli ordinativi. Era quest’ultimo, raccolto il denaro, ad avvisare il pusher che appariva in strada per il tempo strettamente necessario a consegnare la dose di stupefacente. La catena delle comunicazioni avveniva per mezzo di walkie-talkie di libera vendita. La metodologia di spaccio è purtroppo consolidata, e già emersa in numerose altre precedenti indagini dell’Arma. Un articolato sistema di vedette posto strategicamente agli incroci di ogni via, segnala agli spacciatori il sopraggiungere di ogni mezzo sospetto: un fischio, una parola convenzionale e dalle piazze spariscono tutti.
Le difficoltà sono implementate da un clima di diffusa omertà e di connivenza da parte di molti nel quartiere che per legami affettivi con gli spacciatori, ostacolano ancor di più l’operato giornaliero delle forze dell’ordine. Emblematico, in tal senso, un episodio del 10 marzo 2014 quando, durante un controllo dei Carabinieri nei confronti di uno degli arrestati di oggi, che era appena uscito da una folta vegetazione dove i militari avevano sospetto che potesse aver occultato sostanza stupefacente, una ventina di parenti del ragazzo scendevano in strada, prendendo vigorosamente le sue difese e tentando di ostacolare, invano, l’operato dell’Arma. Il controllo nella vegetazione consentiva infatti il rinvenimento di 19 dosi di cocaina e 18 di marijuana, con conseguente deferimento in stato di libertà del soggetto controllato.
In tale difficile contesto ambientale i Carabinieri della Stazione di Roma San Basilio sono riusciti nel corso dei decorsi mesi a documentare numerosi scambi di stupefacente, circa 100 nell’arco di pochi giorni, tra cocaina, hashish e marjuana. Scambi che sono confluiti in un’articolata informativa all’Autorità Giudiziaria, che concordando con l’Arma operante ne ha avallato l’attività, disponendo la custodia cautelare in carcere per quattro elementi e gli arresti domiciliari per uno.
Roma, 28 maggio