Via la Lupa capitolina, al suo posto il Colosseo. E’ questa l’idea che sta maturando in Campidoglio sul logo della Capitale, cambiato nel 2009 dopo un concorso della giunta Alemanno e raffigurante un’immagine stilizzata della Lupa sul capitello. Il disegno avrebbe dovuto promuovere la città “riassumendo a un tempo l’identità storica e la leadership in campo culturale e artistico”, come si leggeva nel bando del concorso. Ma il simbolo vincente, realizzato dall’agenzia torinese Mediapeople e costato 40mila euro, creò polemiche infinite per la somiglianza con un logo di una celebre pasta. E a dare l’addio a quel simbolo è stato l’assessore alle Attività produttive di Roma, Marta Leonori: “Il brand non ha suscitato il consenso di nessuno e lo cambieremo”. Pronta una nuova gara e forse un sondaggio sul web, ma il Campidoglio vede già un nuovo simbolo: “Al posto della Lupa potrebbe esserci il Colosseo – continua l’assessore – perché è il nostro monumento più conosciuto ed è il simbolo di Roma. Si potrebbe pensare anche al Campidoglio o a un disegno stilizzato che non preveda monumenti, come hanno fatto altre capitali. Penso al cuore di “I love New York”, all’omino verde dei semafori di Berlino o alle tre X di Amsterdam”.
Il simbolo della Lupa capitolina, spiega il critico d’arte Philippe Daverio, “era già diventato un “brand” nel periodo tardo-repubblicano, per poi svilupparsi in età augustea e adrianea”. La Lupa ricorda la fondazione della città: “Roma è la lupa. Questo simbolo si è trasformato nei secoli nell’immagine pagana della città in antitesi al concetto di capitale del cristianesimo”. “Mentre l’anfiteatro Flavio non è mai stato un simbolo, essendo stato costruito solo nel I secolo. Però è anche vero che se si fa vedere la lupa a un americano probabilmente penserebbe che sia un cane che allatta. Mentre il Colosseo è conosciuto in tutto il mondo”.
E dalle pagine de Il Messaggero a lanciare l’allarme è anche Gigi Proietti: “Il nuovo logo? Potrebbe essere un accrocco simile ai simboli di altre capitali mondiali, vedi il cuore di I love NY, l’omino verde dei semafori di Berlino o le tre X di Amsterdam. In Campidoglio dicono che la Lupa “non ha entusiasmato”. A noi romani risulta lo stia facendo da secoli, che dico, da millenni. Nutrice di Romolo e Remo, protagonista di primo piano nei libri di storia e in quelli di storia dell’arte, signora di calchi, statue, statuette, souvenir di carta, gesso, stoffa e quant’altro, sigillo di bandiere e magliette. Non che si abbia qualcosa contro i cambiamenti. Per carità. Ma con tutti i problemi che ce so’, proprio della Lupa ci dobbiamo preoccupare. Comunque, da romano, me faccio ’na domanda: cosa avremo al posto di mamma Lupa?”.
Roma, 15 maggio