Il 5 giugno 1968, al termine di un suo discorso, Robert Francis Kennedy viene assassinato con dei colpi di pistola. Qualche anno prima era toccata la stessa sorte al fratello John Fitzgerald Kennedy. L’attentato di Robert Francis Kennedy, chiamato anche RFK, ha sempre lasciato in sospeso molti dubbi, è stato un caso chiuso bruscamente e mai riaperto.
RFK era diventato Senatore dopo la morte del fratello, nel 1964, e aveva deciso di scendere in campo per candidarsi alla presidenza della Casa Bianca. Democratico, oppositore della guerra in Vietnam, a favore dei diritti dei neri. Memorabile il suo discorso sul PIL.
Poco dopo la mezzanotte di quel 5 giugno 1968, Robert aveva appena concluso un discorso di ringraziamento alla platea dell’Ambassador Hotel di Los Angeles, che festeggiava la sua vittoria alle primarie, valevole per la candidatura presidenziale. Robert doveva uscire e raggiungere la sala stampa, ma Bill Barry, la sua guardia del corpo, gli consigliò di cambiare percorso, perché l’altro è bloccato dalla folla. Bill Barry resterà dietro e non seguirà Robert, che a sua volta sarà scortato da una nuova guardia del corpo, un certo Thane Ceasar. I due, guidati dal maitre dell’hotel, Karl Uecker, transiteranno per un corridoio che porta nelle cucine, lì un giornalista gli fa delle domande trasmettendo via radio, Robert stringe le mani a camerieri e cuochi nel frattempo. Improvvisamente, sotto gli occhi della folla e dei reporter, un uomo di fronte a Robert, tirò fuori una pistola, una calibro .22, sparò al Senatore che si accasciò a terra. L’attentatore, un certo Sirhan Sirhan, fu bloccato a fatica da alcune persone, nella colluttazione esplose altri colpi. RFK prima di perdere i sensi domandò:” is everybody allright?”, cioè “stanno tutti bene?”. Il Senatore fu portato d’urgenza al Good Samaritan Hospital, dove morirà la notte dopo senza aver ripreso mai conoscenza.
RFK fu ucciso da tre pallottole, mentre una quarta gli bucò soltanto il vestito, gli altri colpi ferirono cinque persone: Ira Goldstein, Paul Shrade, William Weisel, Richard Lubic ed Elizabeth Evans.
Shiran fu condannato prima a morte, e poi all’ergastolo, in un processo abbastanza rapido. L’attentatore ammise la sua colpevolezza però nello stesso tempo dichiarò di non ricordare nulla di quei momenti. Si tratta di un Giordano di origini Palestinesi, il movente del delitto fu l’appoggio di Robert alle operazioni militari israeliane.
Questi sono i fatti che conosciamo, però esistono ipotesi e incongruenze che non hanno mai trovato risposte, trasformando l’attentato in un giallo.
Salta agli occhi il conteggio delle pallottole, il caricatore della pistola si Shiran poteva contenere al massimo otto pallottole, mentre nei corpi delle vittime ne sono state estratte sette, più sono stati trovati due fori nel soffitto in alto, e altri due fori nella stipite della porta. Quindi i colpi sembrerebbero essere superiori alle possibilità che poteva esplodere il caricatore della calibro .22 di Shinan. Ipotesi avanzata anche da alcune registrazioni audio, in cui i colpi esplosi sembrano tredici.
La giuria non potette vedere l’autopsia del corpo di Kennedy, effettuata dal prof. Thomas Noguchi, a causa di una lenta burocrazia e qualche intoppo procedurale. Secondo l’autopsia Noguchi dedusse che soltanto il proiettile che bucò il vestito fu sparato da davanti, gli altri tre sembravano esplosi da dietro. Il colpo che ha perforato il cranio è entrato dall’orecchio destro, bruciature di polvere da sparo vicino l’orecchio, indicano che il colpo sarebbe esploso a pochi centimetri da Kennedy, mentre invece, Shinan era molti più distante.
Infine la polizia di Los Angeles si perse la stipite della porta, i pannelli del soffitto, la pistola si Shinan, in oltre furono bruciate 2400 fotografie accidentalmente, perché si pensò che fossero inutili duplicati.
Il condannato Shinan in tutti questi anni non ha mai ricordato un secondo di quei momenti. Ha sempre dichiarato di avere un buco di memoria. Ricorda di essere entrato in albergo e di essersi svegliato nella macchina della polizia.
L’ultimo dubbio è sulle guardie del corpo. Bill Barry spinse Robert Kennedy a cambiare percorso per transitare nelle cucine, lo affidò ad un’altra guardia del corpo Thane Ceasar, che si fece uccidere il suo protetto sotto il naso.
Quelle elezioni furono vinte da Richard Nixon. Robert Kennedy era un personaggio scomodo? Non sappiamo se avrebbe vinto le elezioni e come sarebbe proseguita la sua carriera. Prima di candidarsi disse: “Soltanto i poteri di un presidente permetteranno un giorno di rivelare al mondo la verità sull’assassinio di mio fratello.”
Di seguito il documentario di Massimo Mazzuocco: “L’altra Dallas – Chi ha ucciso RFK?
PRIMA PARTE
SECONDA PARTE
TERZA PARTE
QUARTA PARTE
Roma, 5 giugno.