È di qualche giorno fa la notizia riportata da una rivista dell’Oklahoma, dove il candidato Scott Esk auspica la lapidazione dei gay. Ed è sempre della scorsa estate un post su Facebook da parte dello stesso Esk in cui, incitando i suoi lettori, questi affermava come esista un diritto all’uccisione degli omosessuali. Ma il futuro candidato non ha detto solo questo, naturalmente:
Non contento, ha aggiunto:
“La lapidazione contrasta in parte con il libertarismo e io mi reputo per gran parte libertario, ma è pura negligenza ignorare che in uno stato esistono motivi per i quali meritano di morire”.
E alla richiesta di ulteriori spiegazioni da parte di un utente in relazione alla sua esternazione saggio a Esk ha così replicato:
“L’omosessualità mi crea fastidi e problemi, ma non ho mai affermato che avrei firmato una legge per condannarli a morte”.
Di fronte alla richiesta di ulteriori chiarimenti, stavolta però da parte del periodico, Scott Esk ha risposto di non rammentare di aver detto una cosa del genere, ma allo stesso tempo non ha nemmeno smentito il proprio punto di vista, che troverebbe tra l’altro anche dei riscontri nel Vecchio Testamento.
“E’ una legge di Dio che non intendo reintrodurre nel diritto dello stato di Oklahoma, ma nutro forti dubbi su quel tipo di peccato (l’omosessualità). Io sono a conoscenza di cosa è stato stabilito dall’Antico Testamento e ciò che è stato fatto allora era giusto. Io approvo la morale biblica”
Roma, 17 giugno