Durante il giorno puntavano i pendolari ed i passeggeri in attesa alla Stazione Muratella e alla fermata del bus della linea 128, mentre la sera gli automobilisti in sosta ai semafori. Lo scopo del gruppo era derubare e, nel caso avesse opposto resistenza, picchiare il malcapitato di turno. A mettere la parola fine ai furti della banda dei baby rom , di età compresa tra i 14 e i 21 anni, sono stati gli agenti del commissariato San Paolo, al termine di due mesi di attività d’indagine ‘vecchio stampo’, denominata ‘Operazione Gipsy Boys‘.“
I rapinatori, provenienti da diversi campi nomadi della Capitale, si muovevano soprattutto nell‘area sud ovest della città, dal Trullo alla Portuense, passando dalla Magliana e, appunto, la zona di Muratella. L’indagine è iniziata nel mese di aprile dopo le denunce delle numerose vittime sotto choc, agli agenti del commissariato diretto dal dottor Filiberto Mastrapasqua . A mettere in atto i furti, un gruppo di giovanissimi che ripulivano la vittima di turno di soldi, telefoni cellulari ed altri oggetti personali, per poi sfociare in violenze efferate, gratuite e senza motivazione, messe in atto soprattutto dai minorenni del gruppo.
I colpi messi a segno dalla banda sono stati almeno 20, secondo gli investigatori e sono stati in molti casi utilizzati dei bastoni e altre armi bianche per minacciare e colpire con violenza le vittime. Tali violenze sono costate ai cittadini anche dei ricoveri in ospedale, con prognosi sino a trenta giorni. I cittadini presi di mira dalla banda sono stati soprattutto cittadini stranieri, donne e anziani.
A dare una svolta all’indagine della polizia una serata di follia, messa a segno dalla baby gang lo scorso mese di maggio, quando, forse annoiati, hanno avuto la brillante idea di prendersela con le auto parcheggiate in sosta in largo Santa Silvia, in zona Portuense. Qui, diverse auto sono state danneggiate, con l’intento di rubare gli oggetti contenuti all’interno. Da questo episodio gli investigatori hanno dato un volto alla banda, grazie soprattutto alle testimonianze dei cittadini. Dopo la verifica di più di venti reati, il quadro investigativo è stato inviato alle competenti Procure presso il Tribunale Ordinario e dei Minori, portando alla luce gravi elementi di colpevolezza, con l’aggravante della possibilità di reiterazione del reato, nonché una seria possibilità di fuga. Proprio per questo, gli investigatori, hanno richiesto ed ottenuto le misure di custodia cautelare in carcere. Le indagini hanno appurato come la baby gang agiva per avere un’autonomia economica e andare in giro vestita alla moda con capi griffati.
Roma 26 giugno