Prima ancora della sfida contro l’Uruguay, per conquistare almeno un punto per andare agli ottavi, l’Italia deve battere la stanchezza. Tra i più affaticati durante il match di ieri Candreva, Thiago Motta, Marchisio e Chiellini. Ma c’è da recuperare anche De Rossi, che ha chiuso la partita zoppicando con dolori al polpaccio, zona delicata: se, come si teme, si tratta di un problema muscolare e non di una semplice botta, la sua presenza martedì non è per nulla sicura. A Natal poi si giocherà sempre alle ore 13 brasiliane e di fronte troveremo Suarez e Cavani che sulla carta sono un’altra cosa rispetto a Ruiz e Campbell, che pure ci hanno messo in grande difficoltà.
“Non è stata una questione fisica, il caldo c’era anche per i nostri avversari” ha ammesso Cassano. L’ analisi di Prandelli però è impietosa: “Siamo stati lenti. Ho visto parecchia gente stanca, non solo Pirlo. Ci dovevamo muovere meglio senza palla, non solo Balotelli: la chiave di tutto è riconquistarla più velocemente, ritrovare le forze”. Il programma dei prossimi giorni in fondo è chiaro: “In campo non avevamo energie e dobbiamo ritrovarle”.
Il tempo a disposizione per farlo però non è molto. L’Italia già oggi è a Natal: troppo impegnativo sarebbe stato tornare a Mangaratiba e poi viaggiare di nuovo verso il nord. I giorni di allenamento sono in teoria tre prima della partita, ma oggi gli azzurri cercheranno di non affaticarsi ulteriormente. C’è bisogno di riposo e buone dormite, non di forzare. Domani si potranno fare altre prove tattiche, e il 23 sarà già vigilia: molto difficile un completo recupero. Particolarmente stanchi sono sembrati i centrocampisti: Candreva e Marchisio hanno corso molto, anche a vuoto. Meno spiegabile l’affaticamento di Thiago Motta, che a differenza dei compagni non era partito titolare a Manaus contro l’Inghilterra. Non sta meglio la difesa, con Chiellini che nel secondo tempo ha inseguito spesso gli avversari e Darmian che nell’arco delle due partite sembra essere l’azzurro che ha corso di più. Tutta la squadra comunque a Recife continuava a bere: avrà pure ragione Cassano a dire che il caldo c’era anche per gli altri, ma di fatto gli azzurri lo hanno sofferto parecchio. “Il Costarica è più abituato, come tutte le sudamericane, a giocare a queste temperature. – dice Thiago Motta – Il caldo non può essere una scusa, d’accordo, ma non vedo altre ragioni per la nostra sconfitta. Ma perchè dobbiamo giocare per due volte alle 13?”. E anche per Marchisio, se la calura non può servire come alibi, resta comunque “difficile giocare a certe temperature”.
C’è da chiedersi se l’ormai famosa sauna di Coverciano sia stata di grande utilità. I minuti di allenamento in una palestra in cui venivano simulate le temperature che gli azzurri stanno trovando in Brasile devono pure aver prodotto qualche effetto, ed è vero che a Manaus Pirlo e compagni sembravano gestire bene il fattore clima; forse però in quel caso avevano di fronte un avversario, l’Inghilterra, che soffriva maggiormente certe condizioni. Resta dunque da capire se l’ Uruguay, che arriverà con un giorno in più di riposo alla sfida decisiva per la qualificazione, suderà più del Costarica oppure sarà in grado di rifilarci l’unica doccia fredda di cui non avremmo bisogno, cioè l’eliminazione al primo turno.
Roma, 21 Giugno