La Strage di Ustica è la storia di un DC-9 che, partito da Bologna per arrivare a Palermo, si squarciò improvvisamente in volo, scomparendo tra le acque vicino a Ustica. È la storia di 81 passeggeri attesi dalle loro famiglie all’arrivo, vittime di un volo interminabile, partito in ritardo e mai giunto a destinazione. Ma è anche la storia che da più di trent’anni aspetta giustizia, che grida verità, avvelenata da misteri, segreti e omertà. Processi inquinati da sparizioni e compromissioni.
Il DC-9 partì da Bologna quel giorno alle ore 20.08, dopo 113 minuti di ritardo, alle 20.59 s’interruppe il contatto radar, e le successive spedizioni di ricerca confermeranno che l’aereo era precipitato nelle acque del Mar Tirreno, a più di 3000 metri di profondità.
Furono ritrovati soltanto trentotto cadaveri, cinque di questi presentarono frammenti di metallo conficcati nel corpo.
Inizialmente si pensò ad un cedimento strutturale, poi ad una collisione contro un aereo militare, poi avanzò l’ipotesi di un’esplosione. Si parlò di una bomba nascosta nel bagno, ma si sparse la voce anche che l’aereo fu colpito da un missile.
Le indagini furono inquinate da pagine radar scomparse nel nulla, scarsa collaborazione dai testimoni chiamati al processo, che negavano l’ipotesi del missile con dei mutismi e incertezze.
Presto fu coniato un termine per descrivere questa vicenda, dove la giustizia e la verità si scontrava sempre contro un Muro di Gomma.
I resti del DC-9 furono rinvenuti nel 1987, il compito fu assegnato alla ditta francese Infremer, il giudice Rosario Priore ipotizzò che la ditta era collegata ai servizi segreti francesi. Fu recuperato l’85 % del relitto, sembrava che in tutti questi anni qualcuno era già arrivato prima della ditta francese.
Dagli oblò dell’aereo e i resti dei bagni, l’ipotesi della bomba perse credibilità, come lo scontro contro un altro aereo, ma anche il cedimento strutturale non convinse da subito molti esperti.
L’ipotesi del missile resta tuttora quella più accreditata, che si collegherebbe ai frammenti conficcati in alcune salme, ma non solo, perché destò interesse anche il ritrovamento di un serbatoio di un aereo americano, di cui fu smentita la data. Ancora più interessante il ritrovamento di un MIG-23 libico in Calabria, di cui fu nascosta la data di quando precipitò, qualcuno voleva farci credere che cadde il 18 luglio, ma sono troppe le testimonianze che riporterebbero alla stessa data di quando precipitò il DC-9, inoltre il MIG libico presentava dei fori, come se fosse stato mitragliato.
Realizzando una rapida ricostruzione, possiamo immaginare che il MIG libico fu mitragliato da qualcuno, forse americani, perché forse su quell’aereo poteva esserci Gheddafi, e forse in quella guerra aerea ci si trovò per sbaglio anche il DC-9.
Cossiga nel 2007 dichiarò che il DC-9 sarebbe stato abbattuto da un missile a risonanza e non a impatto, lanciato da un velivolo dell’Aéronavale decollato dalla portaerei Clemenceau, e che furono i servizi segreti italiani ad informare lui e l’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato dell’accaduto.
Ipotesi, sospetti, ma resta soltanto un grande mistero ricoperto da chissà quale segreto.
Io consiglio vivamente di vedere un film su questa storia: Il Muro di Gomma.
Roma, 27 giugno.