Sono scaduti alla mezzanotte di ieri i contratti per 78 dipendenti di Risorse per Roma, che fornivano un servizio di vigilanza e portierato nei campi nomadi autorizzati dal Comune. Le aree coperte erano in totale otto e comprendevano Castel Romano, Salone, Candoni, Gordiani, River e Barbuta con un controllo h24, i campi di Cesarina e Lombroso con una sorveglianza non continua ma costante. Il Campidoglio taglia sui vigilantes e ora “rischiano di pagare i nomadi per bene che vivono in queste aree, per non parlare dei romani, ancora più soli in questa fase di emergenza sicurezza che sta vivendo Roma” ha dichiarato Sveva Belviso, assessore promotrice dell’iniziativa sotto la giunta Alemanno.
Da gennaio 2013 a gennaio 2014 sono partite dagli otto campi sorvegliati 3198 segnalazioni alla Prefettura, molte per motivi di sicurezza, e solo nei primi 6 mesi di quest’anno se ne contano 1200. “Il sindaco mette la testa sotto la sabbia – ha continuato Belviso – la città perde un occhio importante per la sicurezza dei nomadi e dei romani. In tre anni questo progetto ha rappresentato un presidio di legalità e allo stesso tempo di integrazione: così invece cambia tutto”.
L’allarme sui tagli previsti era già partito qualche settimana fa’ dal dipartimento delle Politiche sociali che aveva avvertito sull’assenza di risorse per garantire la continuità del servizio. L’ammontare complessivo dei costi per coprire la commessa di Risorse per Roma e del Comune era di 235 mila euro mensili, per garantire la sorveglianza delle otto aree interessate. Problema non secondario, ha aggiunto infine Belviso , è quello “legato all’occupazione di questi vigilantes che rischiano di finire subito in mobilità”.
Roma, 1 luglio