Dieci anni fa, il 1° luglio 2004, moriva a Los Angeles Marlon Brando, l’attore americano diventato icona del cinema. Ribelle, anticonformista, sfuggente alle etichette. Tra i divi va sicuramente annoverato tra i belli e dannati, ma soprattutto tra i più talentuosi di sempre, tanto da diventare un modello di recitazione per gli attori delle generazioni successive.
Marlon Brando Jr. è nato ad Omaha, Nebraska, il 3 aprile del 1924. Figlio di un commesso viaggiatore e di un’attrice, prima di dedicarsi alla Settima Arte ha tentato la carriera militare, lasciata a causa dell’insofferenza alle regole gerarchiche vigenti in caserma, tanto che è stato espulso dall’Accademia Militare del Minnesota.
Dopo essersi trasferito a New York, ha frequentato un corso di arte drammatica, che l’ha portato al debutto a Brodway nel 1944. Nel 1947 è arrivato il successo con il personaggio di Stanley Kowalsky, protagonista del dramma di Tennessee Williams Un tram chiamato desiderio. Il mondo del cinema gli ha aperto le porte nel 1950, quando, sotto la guida di Elia Kazan, ha frequentato l’Actor’s Studio, arrivando all’esordio nel film Uomini di Fred Zinneman, in cui ha recitato la parte di un paraplegico redice di guerra. Il suo magnetismo, la sua forza e la sua grande espressività hanno tenuto incollati i gli spettatori durante la proiezione del film.
Il successo è arrivato nel 1951, con versione cinematografica di Un tram che si chiama desiderio, per la regia di Elia Kazan, che lo ha lanciato nell’immaginario di un’intera generazione femminile, completamente coinvolta e attratta dal fascino di Marlon Brando, bello, duro, sensibile, ribelle e anticonformista.
Negli anni a seguire si è trovato a far fronte a diverse problematiche, lavorative e private. Nel 1957 ha sposato l’attrice Anna Kashfi, con cui ha avuto un figlio, Christian Devi Brando, divenuto celebre a causa di un fatto di cronaca del 1990, che lo ha visto condannato a 10 anni per l’omicidio del fidanzato della sorellastra Tarita Cheyenne, che in seguito si è impiccata. Nel 1954, dopo quattro nominations consecutive, ha vinto l’Oscar come Miglior attore protagonista con il ruolo di Terry Malloy, del film Fronte del porto, diretto da Elia Kazan. Per lo stesso ruolo ha vinto anche il premio come Miglior attore al Festival di Cannes. Nel 1954 ha interpretato un giovane ribelle nel film Il selvaggio di Laszlo Benedek, diventando il simbolo di una generazione disillusa e allo sbando. Proprio per entrare al meglio nella parte ha frequentato le bande giovanili descritte nel film, ritrovandosi a passare anche una notte in cella.
Gli anni Sessanta hanno rappresentato il declino professionale di Marlon Brando, segnati, con l’eccezione dei film I due volti della vendetta, da interpretazioni in pellicole mediocri. All’inizio degli anni Sessanta, nel 1961, ha sposato l’attrice Movita Castaneda, con cui ha avuto due figli; Miko Castenada Brando e Rebecca Brando Kotlizky. Tuttavia l’unione è durata ben poco dato che nel 1962 i due si sono separati e nel 1968 hanno divorziato ufficialmente. Ma la vita sentimentale di Brando è sempre stata movimentata e appena dopo la separazione ha sposato l’attrice Tarita Teriipia il 10 agosto 1962. I due hanno avuto due figli, Simon Tehotu Brando e Tarita Cheyenne Brando. Dieci anni dopo i due hanno divorziato.
Negli anni a seguire ha avuto una relazione con la sua cameriera, Christina Maria Ruiz, con cui ha avuto tre figli: Ninna Priscilla Brando, Myles Jonathan brando e Timothy Gahan Brando. Ha avuto anche altri quattro figli da donne sconosciute: Stephen, Micheal, Dylan e Angelique. Oltre a questi figli ne ha adottati altri: la figlia della sua assistente Berrett, Petra Brando Corval, Maimiti Brando e Raiatua Brando.
Negli anni Settanta, dopo il declino, Marlon Brando è letteralmente resuscitato: nel 1972 ha ottenuto il ruolo di Don Vito Corleone nel film Il Padrinodi Francis Ford Coppola, interpretazione rimasta nella storia. Durante l’audizione ha dato vita al famoso trucco per diventare Don Vito: capelli tenuti indietro con la gelatina, guance imbottite di Kleenex e sfumature di lucido di scarpe sul viso. Questo ruolo gli è valso l’Oscar, che si è rifiutato di ritirare per protestare contro il modo in cui il Governo statunitense trattava gli indiani. A ritirare il premio è stato una giovane Sioux. Nel 197 ha preso parte al film Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, che ha avuto l’idea sfruttando le sue fantasie sessuali personali. Il film è stato molto criticato all’epoca, ma anche in questo caso l’interpretazione di Brando, che ha esaltato lo stile e il suo atteggiamento strafottente nel personaggio, è diventata inimitabile.
Nel 1979 ha interpretato il colonnello Kurz in Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, un altro ruolo magnetico. Proprio per questo film i critici hanno parlato di lui come miglior attore di sempre e questo perché nelle ultime scene è apparso agghiacciante e del tutto irriconoscibile il suo modo di recitare. Con la fine delle riprese si è ritirato dalle scene per circa un decennio,limitandosi a qualche cameo. Il suo ultimo film è stato The Score, del 2001, in cui ha recitato con Robert De Niro e Edward Norton.
L’intramontabile Marlon brando è morto il 1º luglio 2004 alle 18:30 (ora locale) nel Centro Medico dell’UCLA (University of California at Los Angeles) a Westwood in Los Angeles; la causa del decesso è stata una crisi respiratoria.
Marlon Brando, otto volte candidato al Premio Oscar è stato omaggiato in diverse canzoni: MarlonBrando è sempre lui di Luciano Ligabue, Goodbye Marlon Brando di Elton John, Marlon Brando della Premiata Forneria Marconi, dall’album PFM? PFM!, Me, Marlon Brando, Marlon Brando and I dei R.E.M., dall’album Collapse into Now.
Emblematica è la celebre frase di Al Pacino (che ha recitato con Marlon Brando ne Il Padrino), che fa capire la grandezza dell’attore: “È come recitare con Dio”.
Roma, 1 luglio