Roma, 29 luglio 2014 – I droni usati come dei veri ‘postini’. È questo il progetto su cui ha lavorato Roberto Antonucci, un giovane ingegnere di Vico Del Lazio laureatosi all’università di Tor Vergata e proprio sull’Ateneo romano ha costruito il suo progetto che vede un quadricottero radiocomandati sostituirsi ai corrieri per la consegna della documentazione che quotidianamente si deve spostare da uno all’altro degli otto poli.
“L’idea è quella di trasportare la corrispondenza all’interno del Campus senza dover più ricorrere ai mezzi tradizionali. Sono otto poli che oggi si scambiano, almeno una volta al giorno, documentazione cartacea, quella che ha bisogno di firme e che non può viaggiare per posta elettronica. Un servizio – ha spiegato Antonucci – che oggi viene assicurato da corrieri che si spostano materialmente da un polo all’altro con automobili. La distanza più lunga da coprire ‘via terrà è di sei chilometri, circa 4 via aerea; un drone può coprire senza alcun problema distanze ben maggiori. Il progetto prevede che il velivolo parta da una stazione in modo assolutamente automatico con un carico massimo di un chilo e mezzo per raggiunge la destinazione guidato dal segnale satellitare Gps. Il velivolo viaggerebbe ad una altitudine massima di 50 metri perché nel campus, e sulle rotte previste, non vi erano strutture di quell’altezza. Nel disegnare le rotte, però, ho dovuto superare il problema dell’eliporto del Policlinico Tor Vergata sul cui spazio aereo è fatto divieto di volo. Per coprire quella rotta, quindi, ho dovuto aggirarlo e rispettare le direttive di altitudine per prevedono una vasta zona entro la quale il drone deve viaggiare sotto i 20 metri”.
Un progetto verde e teso al risparmio, che darebbe prestigio all’Ateneo romano. 46 i chilometri che mediamente, ogni giorno, devono essere percorsi per consegnare la documentazione: con il progetto, il drone ne coprirebbe poco più della metà. Il risparmio non sta solo nei tempi: “Il progetto comprende una analisi economica secondo la quale utilizzando il drone si risparmia in termini di manutenzione, carburante, spese gestionali ed anche di tempo, quindi di ore di lavoro per gli addetti“. Un solo tecnico, una sola stazione di controllo all’interno del rettorato e altre sette piste di atterraggio di tre metri quadri, con un drone e le sue apparecchiature che verrebbero a costare solo 25mila euro. Costo troppo alto? Forse per qualcuno sì, ma no problem: l’azienda che lo fornisce si è detta anche disposta ad un grosso sconto, se la notizia dovesse trovare interesse sui media nazionali.
Così Tor Verrgata sarebbe la prima Università in Europa a dotarsi di un simile sistema, ma Antonucci guarda oltre: “Sono certo che un sistema simile potrebbe essere usato anche per altre esigenze. Mi vengono in mente i collegamenti tra gli uffici postali minori, dove cioè i volumi limitati rendono possibile tale applicazione e poco conveniente lo spostamento con i mezzi tradizionali su strade di montagna“.