Roma, 29 lulgio 2014 – Operai senza mascherine e percolato “tossico” – Il percolato entrato in contatto con un’altra sostanza già presente nella cisterna, avrebbe causato la morte dei due operai all’impianto di compostaggio di Aprilia. I due uomini stavano sversando il percolato e, secondo i primi risultati dell’inchiesta, non indossavano le mascherine protettive che avrebbero potuto metterli in salvo. Uno dei due ha perso conoscenza mentre lavorava in cima alla cisterna, cadendo da un’altezza di circa due metri, il secondo, invece, mentre si trovava alla guida del mezzo. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti carabinieri, vigili del fuoco, personale dell’Arpa e dell’Asl, la procura di Latina ha aperto un fascicolo per indagare sull’accaduto.
L’impianto di smaltimento – Gli uomini entrambi della provincia di Viterbo, di 42 e 44 anni, lavoravano nell’impianto Kyklos dove viene trattata la frazione organica dei rifiuti. L’azienda, operante da ormai dieci anni, fa parte del gruppo Acea per il 51% e tratta rifiuti di vario genere, residui fognari, materiale organico e fanghi provenienti dalle province di Latina, Roma e dalla Campania.
Le dichiarazioni della Kyklos – In una nota dell’azienda si legge “i due lavoratori avevano avuto regolare accesso all’impianto, con due autocisterne appartenenti alla propria società. Il percolato che avrebbero dovuto trasportare è un rifiuto liquido derivante dal trattamento di rifiuti non pericolosi (prevalentemente materiale organico di rifiuti domestici) che viene prodotto presso l’impianto”. Gli inquirenti hanno stabilito che le esalazioni provenivano soltanto dalla cisterna su cui stavano lavorando i due operai e non dall’impianto, il pm ne ha quindi disposto il sequestro per analizzare in maniera approfondita le sostanze contenute. Una nota di cordoglio è stata espressa dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nei confronti delle famiglie dei due operai.
Le polemiche – L’impianto Kyklos era al centro di polemiche da molto tempo, il comitato cittadino del comune di Nettuno attraverso una nota diffusa su Facebook ha denunciato ”Ultimamente vi sono stati casi di malesseri sia fra i bambini che fra gli adulti che risiedono in zona, a causa di odori al di là dell’umana sopportazione”.