Roma, 30 luglio 2014 – Dopo il grande successo del dicembre scorso in Sala Sinopoli, Roberto Vecchioni torna il 31 luglio (ore 21) nella cavea dell’Auditorium Parco della Musica per raccontare attraverso i suoi nuovi brani “la presa d’atto che l’essere umano più di tanto non riesce a fare, non riesce a dare: talvolta stringe la mano degli altri perché nel buio non capisce niente, o si rivolge al cielo, talvolta si convince che deve farcela da solo“. Ad accompagnarlo sul palco, in uno spettacolo rigoroso e semplice all’interno della rassegna Luglio Suona Bene, organizzata dalla Fondazione Musica per Roma, con la musica e le liriche al centro di tutto, sarà la sua storica band composta da Lucio Fabbri (pianoforte, chitarre, violino), Massimo Germini (chitarre), Roberto Gualdi (batteria) e Marco Mangelli (basso), con un trio d’archi di cui fanno parte Costanza Costantino (violino), Riviera Lazzeri (violoncelli) e Chiara Scopellitti (viola).
La sua attività nel mondo musicale inizia negli anni ’60, quando comincia a scrivere canzoni per artisti affermati (Vanoni, Zanicchi, Cinquetti, Michele), collaborazioni che riprenderà più tardi anche per Nannini, Oxa, Patty Pravo, Adamo. Nel 1971 si propone per la prima volta come interprete delle sue canzoni e incide il suo primo album “Parabola”che contiene la celeberrima “Luci a San Siro”. Nel 1974 vince il premio della critica discografica come miglior disco dell’anno per “Il re non si diverte”. Il successo di pubblico arriva nel 1977 con l’album “Samarcanda” cui fanno seguito più di venti album e altrettante raccolte per una vendita totale che supera otto milioni di copie. Nel 1992 il brano “Voglio una donna” (unico inedito del live “Camper”), vince il Festivalbar come canzone più ascoltata dell’anno. Nel 2005 il progetto Luci a San Siro… di questa sera”(da cui l’album “Il Contastorie”) dove rivisita le sue canzoni più famose in chiave jazz, tocca per più di due anni i più bei teatri italiani. Vecchioni torna poi al genere pop nel 2007 con il bellissimo album “Di rabbia e di stelle”. Nel 2009 passa a un nuovo ambizioso progetto, dove propone le sue canzoni riarrangiate per pianoforte e quintetto d’archi. Il cantautore si esibisce anche in versi recitati su musiche di Chajkowskij, Puccini, Rachmaninoff. Da questa esperienza nasce lo splendido album “In Cantus” portato anche questo nei più famosi teatri per oltre due anni. Nel 2011 partecipa e stravince al Festival di Sanremo con la canzone “Chiamami ancora amore” che dà il titolo all’omonimo album. Vince anche il premio “Mia Martini” della critica e quello della sala stampa. Il 29 novembre 2011 esce il doppio album “ I colori del buio”.