Il 22 luglio 1944 si consumò la strage del Duomo di San Miniato, in provincia di Pisa, per sessanta anni le colpe dell’eccidio sono state attribuite ai militanti nazisti, ma dopo varie ricerche storiche e testimonianze è stata fatta luce sul reale svolgimento dei fatti, attribuendo le responsabilità alle forze Alleate.
All’interno del Duomo erano state condotte un migliaio di persone, questo su ordine dei tedeschi in accordo col vescovo Ugo Giubbi, il motivo di tale decisione fu quella di sistemare le persone in un luogo sicuro, per evitare anche qualsiasi intralcio alle truppe tedesche che riparavano dall’avanzata americana.
I civili all’interno del Duomo non sapevano a cosa potevano andare incontro, si chiedevano perché furono lestamente sistemati lì, poi all’improvviso un esplosione colpì una parte della struttura, causando la morte di 55 persone.
Un inchiesta americana attribuì l’esplosione ad un attentato nazista, come dichiarò un ufficiale americano: “Tutte le prove visibili e circostanziali sulla scena dell’esplosione mi portano a concludere che i morti e feriti sono il risultato di una mina o di una bomba a orologeria, sistemata dai tedeschi… È mia ferma convinzione che il massacro dei civili nella cattedrale, in diretta violazione del trattato di Ginevra, come pure la perfetta demolizione dei principali edifici della città, furono misure di rappresaglia effettuate dai tedeschi in risposta all’atteggiamento ostile della popolazione locale nei confronti delle dottrine fascista e nazista…»
Molti si convinsero che si trattò di un eccidio nazista, così nel 1954 fu dedicata una lapida ai caduti della strage, con questa citazione: “Il gelido eccidio perpetrato dai tedeschi…”
Sul Mattino esplose la rabbia del Canonico Enrico Giannoni, che testimoniò come andarono effettivamente le cose, incolpando gli Alleati di quella strage.
Altre ricerche storiche di Giuliano Lastraioli e Paolo Poletti, permisero di ricostruire la dinamica dei fatti, confermando che furono fatalmente gli Alleati a sparare il colpo.
Nel 2003 lo storico Luigi Cardini pubblicò sul Tempo un articolo intitolato “Distruggete la lapide bugiarda”, dove lo storico scriveva: “se è vero che il comando locale tedesco aveva indicato la chiesa cattedrale alla popolazione come un luogo di rifugio abbastanza sicuro da usare nelle ore del passaggio del fronte, non meno vero è che i militari tedeschi erano in buona fede e non solo non avevano alcuna intenzione di provocare una strage, ma, al contrario, miravano a salvare vite umane. Fatalità volle che la chiesa fosse colpita, per errore, da uno spezzone dell’artiglieria americana: beninteso, nemmeno gli statunitensi avrebbero voluto far vittime civili» e concludeva sul testo della lapide e l’attribuzione di responsabilità ai nazisti: «è evidente che nessuno, nemmeno il peggior criminale della terra, può essere ritenuto responsabile di delitti che non ha commesso con la scusa che, comunque, ne ha commessi altri”.
In conclusione furono ufficialmente discolpati i tedeschi, al contrario quindi degli Alleati, nel 2008 fu posta una nuova targa accanto a quella precedente, con l’intento di aggiornarla, in cui c’è scritto che “La ricerca storica ha accertato invece che la responsabilità di quell’eccidio è delle forze Alleate”, ma poi la targa continua distogliendo l’attenzione con altre osservazioni, ricordando che è comunque vero che i tedeschi hanno compiuto rappresaglie in questa terra, e che furono responsabili della guerra, tirando in ballo anche i “repubblichini”, complici dei tedeschi.
Forse sarebbe bastata una targa che commemorava le vittime della strage, con una nota storica che svelava le responsabilità da parte degli Alleati, tralasciando le altre considerazioni che inivece minimizzano “I fatti del Duomo”.