Sono passati quasi ottant’anni dal disastro di Molare, noto anche come “catastrofe dell’Ortiglieto” o “catastrofe della sella Zerbino”, avvenuta il 13 agosto 1935.
È riconosciuto con vari nomi, perché le zone interessate furono molte.
All’alba di quel 13 agosto 1935, il lago di Ortiglieto, in provincia di Alessandria, subì un evento improvviso, dopo un periodo di siccità, dovuto anche alla stagione estiva, di colpo cominciò a piovere incessantemente, l’acqua superò il livello massimo consentito dalla diga primaria del lago, che comunque resistette, invece quella secondaria della sella Zerbino cedette. L’acqua invase Molare, Ovada e i paesi confinanti, poi arrivò a Silvano, Capriata, Predosa e infine Castellazzo. Ad Alessandria arrivò una lieve alluvione che non provocò danni, l’onda d’acqua si placò alle 14.30, quando smise di piovere, nel resto delle regioni colpite ci furono 111 vittime tra morti e dispersi.
Ai funerali celebrati a Ovada presenziò anche Achille Starac mentre il Re Vittorio Emanuele III fece visita alla zona colpita. Nell’arco di quattro anni il Regime si occupò di ricostruire le zone, comprese le abitazioni.
Furono chiamati a processo dodici persone tra ingegneri, dirigenti e direttori dell’OEG, azienda che installato un impianto idroelettrico per la funzione di scarico. Furono tutti assolti e le vittime non ricevettero nessun risarcimento, così il Regime decise comunque di recapitare un indennizzo di 30.000 lire ai familiari delle vittime.
Roma, 13 agosto 2014