Raffaele Piccoli fu un fervente mazziniano, che partecipò a diverse lotte rivoluzionarie per l’Italia, la sua patria.
Piccoli nacque il 10 ottobre 1819 a Castagna, una località della Sila Piccola, figlio di un calzolaio, sposò le idee mazziniane, e nel 1848 partecipò a dei moti calabresi ad Angitola, senza risultati positivi. Mesi dopo partecipò alla difesa della Repubblica Romana, e nel ’49 fu arrestato a Napoli assieme Luigi Settembrini e Carlo Poerio. Condannato all’ergastolo, fu liberato da Raffaele Settembrini, il figlio di Luigi, che dirottò la nave che portava i prigionieri in Argentina. Piccoli tornò in Piemonte, dove riprese subito i contatti con i repubblicani di Mazzini.
Nel 1860 partì anche lui insieme ai Mille per la storica impresa. A differenza di molti, Piccoli rimase coerente con le sue idee repubblicane, senza mai rinnegarle, per questo non accettò il nuovo Regno. Così nel 1870 organizzò un’insurrezione repubblicana a Filadelfia in Calabria, assieme a Giuseppe Foglia e Ricciotti Garibaldi, figlio di Giuseppe. Il colpo fallì, e Piccoli fuggì a Malta, dove fu comunque rintracciato e processato, gli fu subito revocata la pensione come veterano dei Mille.
Tornò in patria nel 1880, deluso dalla nuova Italia monarchica e caduto in miseria per la revoca della sua pensione, così il 27 agosto si recò in un albergo a Catanzaro, dove si tolse la vita suicidandosi.
Roma, 27 agosto 2014.