Attentato a Wall Street – Era la mattina del 16 settembre 1920, un uomo percorreva Wall Street assieme al suo cavallo, che a sua volta trainava un carretto, poi l’uomo si fermò tra la banca Morgan & Stanley e la Borsa Valori, sembrò abbandonare il suo carretto allontanandosi. Poco dopo, a mezzogiorno in punto, il carretto esplose improvvisamente, assieme all’esplosivo furono sparati migliaia di chiodi in ogni direzione, la banca e altri edifici furono distrutti. I danni economici ammontarono a circa due milioni di dollari di allora, il bilancio delle vittime fu di 33 morti più altri 200 feriti.
Chi era quell’uomo? – Il giorno dopo su tutti i giornali fu riportata la tragica notizia di quel folle attentato, il New York Times intitolava la prima pagina con queste parole: “Un atto di guerra”. Presto si misero in modo le indagini, l’FBI individuò il presunto responsabile, si trattava di un italiano, un certo Mario Buda. Spulciando nella sua vita, si trattava di un emigrato proveniente da Savignano sul Rubicone, giunse negli Stati Uniti nel 1907, intraprese numerosi lavori: giardinaggio, operaio, muratore e calzolaio.
Poi Mario Buda entrò in contatto con dei movimenti anarchici, dove facevano parte anche altri italiani, come Sacco e Vanzetti. Nel 1917 fu imputato per un altro attentato, ai danni di un ufficio di polizia di Milwaukee.
La caccia – I federali americani si misero sulle tracce di Mario Buda, l’anarchico già era fuggito, si trovava in Messico, dove partecipò a qualche rivolta, poi decise di ritornare in Italia, a Savignano.
Nel 1927, la polizia italiana lo arrestò comunque per attività sovversiva, fu confinato prima a Lipari e poi a Ponza, dove cessò di essere un elemento pericoloso.
Morì nel 1963 a Savignano, negando sempre la propria colpevolezza riguardo all’attentato di Wall Street.
Roma, 16 settembre 2014.