Roma, 1 settembre 2014 – Nuovo anno scolastico e vecchi problemi. Iniziamo così, il nostro articolo. Se un tempo erano i libri scolastici a mettere in crisi la spesa delle famiglie, a farla da padrona negli ultimi giorni è stata la polemica sul il caro-nido. Un aumento delle tariffe che ha colpito purtroppo anche le strutture comunali, che da oggi costano di più, con un incremento della retta scolastica fra il 7 e il 15%. A conti fatti, 250 euro in più all’anno per ogni famiglia. Di fatto, l’entrata in vigore delle nuove tariffe, già note in quel di luglio, interesserà proporzionalmente di più chi più guadagna. Come in passato, il costo mensile per mandare il proprio figlio al nido è calcolato in base alla situazione reddituale della famiglia e dall’Isee, per la precisione. Di conseguenza, gli aumenti avranno maggiori ripercussioni su chi chi ha un Isee più alto.
Il calcolo – Ipotizzando il caso di un bambino che usufruiva del nido dalle 8 alle 16.30 e un Isee familiare di 5 mila euro, la rata mensile dello scorso anno era di 34,6 euro, che moltiplicata per i dieci mesi del servizio dava un totale di 346. in relazione allo stesso caso, la retta mensile quest’anno sarà di 36,91 euro, mentre il conto annuo di 369 euro; il tutto per un aumento complessivo di 23 euro. Con Isee doppio, 10mila euro, il prezzo mensile sale invece da 73,08 a 77,95 euro mensili, cioè una cinquantina di euro in più l’anno.
I conti – Con 15 mila euro di Isee da 1.115 a 1.239 euro di rette annue, 124 euro in più. A 20 mila euro di reddito il conto cresce da 1.461 a 1.623 euro l’anno (+162 euro). Trentamila euro di Isee danno un prezzo annuale di 2.475 euro (+247 euro rispetto ai 2.228 che si pagavano nel 2013/2014). Mentre una situazione reddituale di 40 mila euro la stagione scolastica porterà il conto a 460 euro, cioè 3.420 euro contro i 2.959 solo di un anno fa.
Gli sconti – In vigore sono però rimasti gli sconti. Chi deve iscrivere due figli al nido avrà diritto alla riduzione del 30% sul totale delle quote, mentre dal terzo figlio in poi scatterà l’esenzione per le famiglie con Isee sotto i 10mila euro; per le altre varrà invece la riduzione di un terzo sul totale dovuto. Totale, infine, l’esenzione per i piccoli provenienti da famiglie assistite dai servizi sociali.
E se quest’anno il conto si fa più salato, nessuna buona nuova si attesta all’orizzonte per il futuro: nel 2015/2016, infatti, i costi di cui sopra subiranno un ulteriore aumento del 30% rispetto al 2013. Senza contare che nel 2016/2017 gli incrementi saranno addirittura del 50 per cento in più rispetto al passato recente.