Roma, 11 settembre 2014 – Era stato condannato per abbandono di minore e per l’uccisione dei suoi due figli, i cui corpi furono ritrovati all’interno di una cisterna a distanza di 20 mesi nel giugno del 2006. Dopo essere stato in carcere per l’ultima volta i corpi dei suoi figli, morti in una cisterna abbandonata nel giugno 2006 e ritrovati 20 mesi dopo. Partecipò ai loro funerali, il 9 aprile 2008, dopo essere stato in carcere e poi in seguito agli arresti domiciliari. Ormai scagionato da quell’accusa terribile, stato in carcere e poi ai domiciliari con l’accusa di averli sequestrati e poi uccisi. Dopo essere stato completamente scagionato, Lo stato risarcisce Filippo Pappalardi, il padre di Ciccio e Tore, i due fratellini di Gravina con 65 mila euro, otto anni più tardi. Il motivo? ingiusta detenzione.
Richiesta difensiva accolta – Accogliendo la memoria difensiva dell’avvocato di Pappalardi, Angela Aliani, la seconda sezione penale della Corte d’Appello ha riconosciuto all’uomo un’indennità pari a circa 20.500 euro causa la “privazione della libertà personale” (cioè 235 euro moltiplicati per 75 giorni di reclusione e 117 euro per i 25 giorni relativi agli arresti domiciliari), più altri 45 mila euro dovuti ai “gravissimi danni morali, al clamore mediatico della vicenda”, “ai danni personali per non aver potuto vedere almeno per un’ultima volta i corpi dei propri figli”, ai danni sul piano della salute, “avendo sofferto di depressione”, e a quelli economici, “essendo stato sospeso dal posto di lavoro”.