Oriana Fallaci è stata una brillante scrittrice, giornalista e una coraggiosa inviata speciale, molte volte ha difeso le sue idee a suon di critiche, dividendo l’opinione pubblica.
Gli inizi – Oriana Fallaci nacque a Firenze il 29 giugno 1929, terminati gli studi iniziò la sua carriera giornalistica, cominciò a scrivere per il Mattino dell’Italia centrale, ma fu espulsa perché si rifiutò di scrivere un articolo a favore di Palmiro Togliatti, non riuscì a nascondere la propria personalità di fronte al diktat del suo direttore. Oriana ebbe modo di continuare la sua carriera giornalistica grazie allo zio, Bruno Fallaci, che le permise di scrivere per il settimanale Epoca, da lui diretto.
La sua passione era viaggiare, per scoprire da vicino altre culture, intraprese numerosi viaggi, ma soprattutto l’avventurosa carriera dell’inviata speciale, osservando in maniera ravvicinata i conflitti in Vietnam, in Messico, Medio Oriente, Sud America, India e Pakistan.
Osservare da vicino la guerra non la spaventava, la prima esperienza la ebbe all’età di quattordici anni, quando il padre le impose di mettere in gioco il suo coraggio per aiutare la battaglia partigiana, Oriana partecipò come staffetta, aveva il delicato compito di trasportare a piedi munizioni per i compagni.
L’Islam e le Lobby – Nei suoi viaggi osservò da vicino la cultura islamica, con storia alla mano avvertì il mondo occidentale del pericolo islamico, che si è sempre posto l’obiettivo di islamizzare l’Occidente. Le sue critiche erano indirizzate verso l’Europa e l’Italia, colpevoli di aver dimostrato una certa mollezza e una discutibile politica di tolleranza nel gestire l’immigrazione.
Già nel 1961, la Fallaci scrisse un bel libro di successo “Il sesso inutile”, che raccontava la vita difficile vissuta dalla donna in Oriente. Non a caso criticò anche i movimenti femministi, rimproverandogli di non aver mai manifestato davanti un’ambasciata dell’Afghanistan, dell’Arabia Saudita o qualsiasi altro paese musulmano.
A suo tempo si disse indignata per la costruzione di una moschea a Colle Val d’Elsa, sottolineando che nei paesi musulmani non c’è alcuna libertà di andare in giro con una Bibbia in mano o con una croce al collo.
Le idee di Oriana Fallaci, che si costruì una cultura sul campo, furono criticate e giudicate razziste dalla sede di Losanna di SOS Racisme. Chissà oggi, come giudicherebbero i taglia teste dell’Isis che stanno sconvolgendo il mondo…
Oriana Fallaci criticò anche la lobby della magistratura, ponendo il loro potere al di sopra di tutti, la paragonò ad una specie di dittatura:
“In Italia, lo strapotere dei magistrati ha raggiunto vette inaccettabili. Impuniti ed impunibili, sono i magistrati che oggi comandano. Manipolando la Legge con interpretazioni di parte cioè dettate dalla loro militanza politica e dalle loro antipatie personali, approfittandosi della loro immeritata autorità e quindi comportandosi da padroni”.
Accusò la Sinistra Italiana di aver compreso lo strapotere della magistratura e disse che: “se ne serve senza pudore”, mentre la magistratura l’etichettò come “un feudo di Carl Marx”.
Non si tirò indietro neanche a criticare la lobby gay, sostenendo che la gravidanza appartiene alle donne, nonostante fosse un’amica stretta di Pasolini, paragonò i gay ai musulmani: “…come i mussulmani vorrebbero che tutti diventassimo mussulmani, loro vorrebbero che tutti diventassimo omosessuali”.
Critiche a destra e sinistra – Il rapporto fra Oriana Fallaci e la politica fu sempre turbolento, si dichiarò fermamente partigiana, sostenne le elezioni dei Radicali nel ’76, disse che “non si sarebbe mai potuta schierare con una squadra di calcio che ha nome Destra”. Nel 2006 invitò gli italiani a non votare, né per Berlusconi né per Prodi, definendoli “due fottuti idioti”, paragonò Fini a Togliatti, definendo quest’ultimo “il comunista più odioso che abbia mai conosciuto”.
Nel 1968, dall’America criticò “i vandalismi degli studenti borghesi che osano invocare Che Guevara e poi vivono in case con l’aria condizionata, che a scuola ci vanno col fuoristrada di papà e che al night club vanno con la camicia di seta”.
Attaccò anche l’ideologia comunista, sul suo libro “La rabbia e l’orgoglio”, scrisse che:
“proibisce alla gente di ribellarsi, governarsi, esprimersi, arricchirsi, e mette Sua Maestà lo Stato al posto dei soliti re. Il comunismo è un regime monarchico, una monarchia di vecchio stampo. In quanto tale taglia le palle agli uomini. E quando a un uomo gli tagli le palle non è più un uomo diceva mio padre. Invece di riscattare la plebe il comunismo trasforma tutti in plebe. Rende tutti morti di fame”.
Si scontrò anche con la comica Sabina Guzzanti, che la fece vittima delle sue imitazioni, in un occasione recitò così:
“Voi non conoscete la fatica di vivere a Manhattan al 38esimo piano, mentre, voi smidollati non avete avuto neppure il coraggio di sfasciare un bancomat. Amo la pace e l’amo tanto che sarei disposta a radere al suolo una città e a non fare prigionieri. Amo la guerra perché mi fa sentire viva”. L’imitatrice sapeva che Oriana era malata di cancro, ma non si fece scrupoli, e il pubblico in teatrino proseguì il suo show comico urlandogli “Ti venisse un cancro”, e l’imitatrice Guzzanti rispose “Ce l’ho già e ti venisse anche a te e alla tu’ mamma”.
La replica della Fallaci non tardò, la definì “un’imitatrice senza intelligenza e senza civiltà”,e aggiunse “un’oca crudele che mi impersona con l’elmetto in testa e deride la mia malattia”.
Oriana scrisse alla Guzzanti le seguenti parole:
“Giovanotta, essendo una persona civile io le auguro che il cancro non le venga mai. Così non ha bisogno di quell’esperienza per capire che sul cancro non si può scherzare. Quanto alla guerra che lei ha visto soltanto al cinematografo, per odiarla non ho certo bisogno del suo presunto pacifismo. Infatti la conosco fin da ragazzina quando insieme ai miei genitori combattevo per dare a lei e ai suoi compari la libertà di cui vi approfittate”.
Non correva buon sangue neanche con Franca Rame, forse perché Oriana Fallaci ricordò il passato di Dario Fo, quando da giovane si arruolò volontario nella Repubblica Sociale Italiana di Mussolini. Franca Rame la definì una terrorista, proprio quella Franca Rame che fu un esponente dell’Organizzazione Soccorso Rosso Militante, ricordiamo che fu colei che scrisse una lettera ad Achille Lollo, responsabile del Rogo di Primavalle, dicendogli: “Ti ho inserito nel Soccorso rosso militante. Riceverai denaro dai compagni, e lettere, così ti sentirai meno solo”.
La morte – Oriana Fallaci era malata di cancro, desiderava morire nella sua città natale, precisamente nella Torre Mannelli, dove esisteva il quartiere generale partigiano comandato a suo tempo dal padre. Per le sue precarie condizioni di salute, non fu possibile l’alloggiamento all’interno della Torre. Berlusconi le mise a disposizione un aereo privato per il suo rientro in Italia, dove fu poi ricoverata nella clinica Santa Chiara, dove morì il 15 settembre 2006.
Si definì sempre ateo–cristiana, però la sua amicizia con Rino Fisichella e l’ammirazione per Papa Benedetto XVI, negli ultimi anni la riavvicinarono alla religione cristiana, non a caso donò numerosi suoi cimeli alla Pontificia Università Lateranense di Roma.
Dopo la sua morte fu pubblicato un suo romanzo, intitolato “Un cappello pieno di ciliegie”.
Roma, 15 settembre 2014.