Cencio Vendetta è stato un noto fuorilegge di Velletri, molti lo definiscono brigante quando si cerca la sua voce, siccome il termine “brigante” è oggetto di eterna disputa, io preferisco definirlo fuorilegge, di seguito una breve biografia.
Carriera criminale – Cencio Vendetta nacque a Velletri il 30 dicembre 1825, la sua carriera ciminale iniziò abbastanza presto, già all’età di 10 anni ebbe i primi guai con la giustizia: fu protagonista di un accoltellamento ai danni di una signora, colpevole di averlo inavvertitamente preceduto nel prendere l’acqua di fronte alla fontana dell’attuale Piazza Cairoli.
Viveva di furti e rapine, protagonista di varie scorribande in varie zone, oltre Velletri, Genzano e Cisterna. Collezionò numerose condanne, sommariamente fu condannato a 65 anni di carcere, più cinque anni di lavori forzati e un ulteriore condanna all’ergastolo.
Cencio Vendetta diventò un latitante, si travestiva da donna per muoversi in città, molta gente del posto comunque lo proteggeva. Nella sua vita privata si era fatto due amanti, la cognata Teresa, vedova del fratello Agostino, morto in carcere dopo la condanna, e Natalina, sorella di Teresa.
Il grande furto e l’arresto – Oltre al fratello Agostino, già morto per pena capitale, Cencio aveva un altro fratello sempre condannato dalla legge, era Antonio, accusato di “grandissimi delitti”, rischiava anche lui la pena di morte.
Cencio Vendetta prese una decisione, era forse stanco della sua vita da latitante, pensò dunque di rubare l’immagine della Madonna delle Grazie, protettrice della città. Il furto gli riuscì, in circostanze tutt’ora sconosciute, questo gli servì per avanzare una richiesta verso il Governo di Pio IX, Cencio chiedeva: la grazia per sé e suo fratello Antonio, una pensione di cento scudi al mese e un banco al mercato.
Il caso diventò nazionale, con quotidiani che ne riportarono la notizia. A Cencio fu promessa la grazia, ma cinque giorni dopo il furto, il 6 aprile 1858 fu arrestato.
Durante il processo Cencio si difese, raccontando che non fu lui a rubare la Madonna delle Grazie, ma che l’aveva sottratta a tre ladri sconosciuti che già l’avevano prelevata prima di lui. Le accuse erano contro di lui e la sua storia non reggeva, non tornava che da solo avesse rubato l’immagine, sarebbe stato impossibile, quindi era stato aiutato da dei complici. La gente della città adesso non era più con Cencio, infatti, immediatamente dopo il furto manifestarono in strada il loro disappunto per il furto, chiedendo la restituzione dell’immagine sacra. Furono dei testimoni a far scoprire i complici, si trattava delle sue due amanti.
Cencio Vendetta fu condannato a morte il 29 ottobre 1859, il luogo dell’esecuzione fu Piazza del Trivio, a Velletri, il boia fu il famigerato Mastro Titta, che eseguì il rituale taglio della testa.
29 ottobre 2014