Roma, 1 ottobre 2014 – Tfr in busta paga: questa l’idea del premier Matteo Renzi per aumentare i consumi. Vuole far inserire il Tfr in busta paga degli impiegati, già dal 1° gennaio 2015, facendo guadagnare loro 70 euro in più ogni mese. Questo è il progetto, ricco di buoni propositi, ma già fonte di alcuni disaccordi.
Infatti il Tfr è un’importo pari al 6,91% della retribuzione lorda annua che l’azienda accantona a favore del dipendente, ogni anno questo importo viene rivalutato dell’1,5% e questa rivalutazione viene tassata annualmente dell’11%. Ma al momento della liquidazione del Tfr il capitale viene tassatto in un’unica soluzione.
A preoccuparsi di questo progetto sono le imprese, soprattutto le piccole imprese artigiane e commerciali, spaventate da possibili problemi di liquidità che potrebbero mettere in crisi molte aziende. Il premier cerca di tranquillizzarle, sostenendo che la nuova misura scatterà solo se saranno presenti le condizioni che garantiscano alle imprese di non avere problemi di liquidità nell’erogare il Tfr in busta paga.
Saranno i lavoratori a scegliere se avvalersi di questo sistema, visto che la novità riguarda solo il Tfr in busta paga che maturerà, appunto, dal 1° gennaio 2015. Inoltre i lavoratori interessati saranno quelli privati e, in ogni caso, questa operazione potrebbe essere limitata a un periodo limitato di due o tre anni.
L’idea di Renzi non è neanche molto originale, visto che già altri governi e partiti avevano proposto il Tfr in busta paga, come Tremonti o la Lega Nord.