Grande serata quella di ieri al Circolo Canottieri Roma per l’uscita del romanzo “The Dancer – Storia d’amore e di pugni in 12 Round”, scritto da Liliana Eritrei e Adriana Sabbatini e pubblicato dalla Minerva Edizioni. Al centro del libro la tormentata passione di Ben per Lara, la sua donna italiana. L’affetto e la stima per Rocco Di Santo, manager e scopritore di talenti. L’amicizia e il tradimento. Infine la chance inaspettata del match per il titolo mondiale accanto al suo allenatore, da sempre convinto che proprio Ben fosse il “miracolo” atteso da anni, colui che possedeva “il graffio di Dio”.Due autrici scrivono di boxe (sport maschile per antonomasia), con un linguaggio accattivante e un taglio cinematografico, per raccontare l’incontro-scontro di due culture apparentemente distanti ma in realtà sorprendentemente simili, come spesso accade per tutti i sud del mondo.
All’evento tanti i volti noti come il giornalista Gianni Minà, l’ex campione del mondo di pugilato Patrizio Oliva e l’attore “boxeur” Simone Montedoro, della fortunata serie “Don Matteo”, che ha letto degli stralci del libro, ma anche Nino Frassica, Paco Reconti, Enzo Decaro, Sebastiano Somma e tanti altri.
“L’ idea di questo libro nasce da un mio vissuto – dice Adriana Sabbatini – sono cresciuta a pane e pugilato, l’attività di mio padre mi ha portato a vivere al fianco di campioni come Carlos Monzon, Nino Benvenuti, Bruno Arcari, dagli occhi di una bambina erano dei giganti buoni. Perché il taglio cinematografico? Inizialmente è nato come una sceneggiatura, riteniamo che il racconto per immagini sia un modo più accattivante da far arrivare al grande pubblico e poi è quello che sappiamo fare”.
“Adriana è come una sorella per me oggi non potevo mancare – spiega l’ex campione del mondo dei superleggeri Patrizio Oliva – devo molto alla famiglia Sabbatini sia umanamente che professionalmente. A Rodolfo ero legatissimo, mi addolora ancora pensare che sia scomparso prima della conquista del mio titolo mondiale. Oggi il pugilato versa in condizioni difficili: facciamo bene nel dilettantismo, ma il professionismo stenta a decollare nonostante la qualità di molti nostri atleti. Questa disciplina per iniziare a rilanciarsi ha bisogno prima di tutto di tornare in tv”.
28 ottobre 2014