“Firmato la prima denuncia/esposto nei confronti della signora Barbara D’Urso. Il femminicidio non si consuma solo con l’uccisione di una donna, ma, oltre la morte, anche con l’oltraggio alla sua vita e a quello della sua carne: i suoi figli“. L’annuncio è di Enzo Iacopino, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, che ha deciso di dare inizio alla battaglia per combattere la cosiddetta tv del dolore, in cui si va alla ricerca di ogni dettaglio della vita dei protagonisti della cronaca nera nazionale.
“Noi giornalisti abbiamo il dovere di informare i cittadini, senza toni forti, senza speculazioni, senza strumentalizzazioni per fare audience. C’è un tipo di informazione che è un’autentica vergogna ed è quella che io chiamo la tv del dolore, stile Barbara D’Urso, dove si esibisce la vita e la morte con l’unico obiettivo di acquisire attenzione da parte di un’opinione pubblica che forse non è il meglio di questa società”.
Quali sono i rischi per Barbara D’Urso con questa denuncia? Iacopino ha detto che “lo deciderà la Procura competente. In base alla legge esistente c’è un articolo, il 348 del Codice Penale, sull’esercizio abusivo della professione, non lo decido io. Io voglio solo che vengano difesi i diritti di chi non ha più voce per farlo e di chi non può. Nel caso della signora Ceste, oltre a lei, ci sono quattro ulteriori vittime incolpevoli, la più grande di 14 anni. Questa ragazza, così come i suoi fratelli, ha il diritto di non sentirsi violentata e insultata da certe insinuazioni e da certi ammiccamenti. Nella puntata di ‘Domenica Live’ del 16 novembre è stato intervistato Tony (il presunto amante di Elena Ceste, ndr) che recentemente, in due occasioni, era andato a prendere un caffè a casa della donna. La signora D’Urso gli ha detto ‘Beh, però tu Tony ai carabinieri hai raccontato un’altra storia, non rispondere, mandiamo la pubblicità’. Alla ripresa Tony ha detto ‘Non è vero che ho detto queste cose ai carabinieri’ e in studio c’era un altro ospite, il fidanzato di Elena Ceste delle medie o addirittura delle elementari, pensa un po’ che scoop, che continuava a far presente che la donna ha dei figli, i quali non dovrebbero vedere descritta in certi modi la madre morta e sentire domande simili. Ecco io voglio che si difendano questi diritti“.
Ma Barbara D’Urso non è l’unica sulla lista: “Stiamo individuando tutti i direttori di rete e dei programmi, stiamo mandando loro una lettera di messa in mora. Se sono iscritti all’Ordine facciamo riferimento ai doveri deontologici, se non sono iscritti stiamo valutando ipotesi di reato per segnalarli alle autorità. Io non voglio alzare i toni, voglio solo difendere i diritti delle vittime”.
27 novembre 2014