Eternit: arriva oggi la sentenza per Schmidheiny, magnate svizzero condannato in Appello a 18 anni per disastro doloso ambientale. Si tratta però di una sentenza choc, che nessuno si aspettava, specialmente i familiari delle vittime. Per loro sfuma la possibilità di risarcimenti, sfuma la speranza di ottenere giustizia. Rimangono soltanto con tanta rabbia, indignazione e amarezza. Questa infatti è la loro reazione all’assoluzione definitiva per prescrizione del reato del magnate svizzero Stephan Schmidheiny, unico imputato per il disastro ambientale dopo la morte del barone belga Louis De Cartier.
La corte è stata presieduta da Arturo Cortese, il quale ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna per il magnate svizzero nel processo Eternit, annullati anche i risarcimenti per i parenti delle vittime. Inoltre, la prescrizione è maturata al termine del primo grado e la richiesta era stata avvallata dal sostituto procuratore generale Francesco Iacoviello, che spiega così: “Non essendo stati contestati gli omicidi, non si può legare il disastro ambientale alle vittime, il disastro è prescritto per la chiusura degli stabilimenti nell’86 e pertanto la condanna va annullata“. Gli avvocati difensori Coppi e Alleva approvano la sentenza della Suprema Corte “perché segue le norme del diritto“, quelli di parte civile proseguiranno la battaglia nell’atteso processo Eternit bis che riguarda appunto l’omicidio. Il pm di Torino, Raffaele Guariniello, non ha ancora definito esattamente il tipo di omicidio: “Non bisogna demordere. Non è una assoluzione. Il reato c’è. E adesso possiamo aprire il capitolo degli omicidi“.
La svolta dell’accusa è stata possibile proprio grazie alla contestazione del reato di disastro. Infatti il procuratore generale della Cassazione, Francesco Iacoviello, spiega che questo tipo di accusa non è sostenuto dal diritto. E porta come esempio di reato di disastro quello del crollo di una casa. Nel caso, invece, del disastro che causa morti a distanza di decenni, per via della lunghissima latenza del mesotelioma maligno che si manifesta dopo parecchi anni dalla contaminazione, non si riesce a prevedere la permanenza. Rivolgendosi alla Corte, Iacoviello dice: “Anche se oggi qui si viene a chiedere giustizia, un giudice tra diritto e giustizia deve scegliere il diritto“. I familiari, già dal pomeriggio di ieri, non si aspettavano grandi sorprese, data questa premessa del procuratore generale, e dato che le malattie contratte a causa dell’Eternit si manifestano dopo molti anni. Sapevano che non sarebbe affatto stato facile incriminare qualcuno per disastro per le morti di amianto.
Quando la parola è passata agli avvocati delle parti civili, Sergio Bonetto ha difeso con la sua arringa le 400 parti lese. Bonetto ha infatti sottolineato che l’amianto continua a uccidere e “il picco delle morti è previsto per il 2025, quindi il reato di disastro ambientale doloso è ancora in corso e non si è affatto prescritto“. Riguardo alla prescrizione del reato, il legale commenta che in quel modo viene del tutto ignorato il fatto che “tutti i cancerogeni hanno un tempo di latenza molto lungo, e quello dell’amianto varia dai 25 fino ai 40 anni“.
Ma per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny i problemi non finiscono qui. Sono aperti ancora tre processi sul caso Eternit a Torino. Nel primo processo, per quale è stato notificato il rituale avviso di chiusura delle indagini, Schmidheiny è indagato per omicidio volontario in relazione alla morte di 213 persone. Il secondo processo è stato avviato invece per la morte degli italiani che avevano lavorato negli stabilimenti Eternit in Svizzera e Brasile. Infine, il terzo processo, forse il più importante, in quanto riguarda l’amiantifera di Balangero nel Torinese, ovvero la più grande cava di amianto dell’Europa. Grazie ad uno studio epidemiologico sono emersi ben 214 casi di morte e questa volta Schmidheiny è indagato perché la sua struttura era rientrata per qualche tempo nel caso Eternit.
Sblocca Italia prevede la totale rimozione dell’amianto, ma il lavoro è lungo. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, intervistato da Giovanni Minoli a Mix 24 su Radio 24, commenta: “So che ai politici non tocca commentare le sentenze della giustizia ma nel cuore quello che provo è una grande grande tristezza“. Ha ricordato anche di aver incontrato nei mesi scorsi il sindaco di Casal Monferrato, “siamo intervenuti con lo Sblocca italia per la rimozione amianto” dalle scuole. Il ministro sostiene anche che, se non si interviene subito, gli effetti dell’amianto killer continueranno ancora per molto tempo.
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