Gli interessi sui mutui sembrano spesso troppo alti e, in casi particolari, lo sono davvero. Per dimostrarlo, però, c’è bisogno di un calcolo e se, è proprio il caso di dirlo, i conti tornano allora questi utenti sono tutelati e autorizzati, nel pieno della legalità, a non pagarli. La Cassazione, infatti, ha emesso in proposito una sentenza importante lo scorso anno, la n 350/2013, per poter definire alcuni mutui nulli.
Il calcolo del tasso di usura si eseguirebbe sommando tutte le somme addebitate dalla banca e, quindi, tasso degli interessi, penali, commissioni e interessi di mora. La soglia della somma di questi importi non deve superare una certa cifra che è fissata dalla legge anti usura n. 108 del 1996 e, se la supera, il mutuo viene annullato.
Purtroppo però non è così semplice e lo dimostrano alcune sentenze come quella del tribunale di Napoli, 18 aprile 2014 numero 5949. Un cliente, in questo caso, aveva presentato ricorso ad un ingiunzione della banca conseguente a rate non pagate di un mutuo. I giudici hanno dato ragione alla banca smentendo che la citata sentenza della Cassazione imponga di sommare i tassi degli interessi corrispettivi a quelli di mora per confrontarli con la soglia d’usura. Il tasso di usura, in quel caso, era stato fissato dalla banca applicando la maggiorazione di uno spread fisso al tasso corrispondente: il totale ottenuto doveva, quindi, essere rapportato con la soglia d’usura, rispetto alla quale era inferiore. Di conseguenza il cliente della banca è stato condannato al saldo delle rate. Il tasso di mora, dunque, sostituisce quello corrispondente, non si somma a questo.
11 novembre 2014