Veio, una particolare scultura di Giuliano Vangi – pittore e scultore toscano e uno dei più influenti scultori contemporanei – sarà esposto al Macro Testaccio fino al 18 gennaio 2015. Un viaggio nel cuore dell’uomo e nel destino della forma plastica. La grande mostra di Giuliano Vangi – a cura di Gabriele Simongini con l’allestimento progettato da Mario Botta e l’organizzazione dello Studio Copernico di Milano – presenterà al pubblico trenta sculture, molte delle quali di grandi dimensioni, ed una trentina di disegni.
Tra queste opere spicca Veio (2010), la scultura di dimensioni eccezionali che rappresenta un motociclista in bronzo, con un elmo greco al posto del casco. L’uomo è in sella a una vera moto Triumph Tiger 500, che si dirige lungo una strada, una qualsiasi strada della città. Il centauro stringe con la mano sinistra il manubrio e tende il braccio destro verso qualcosa, verso qualcuno (…).
L’artista ha raddoppiato la mano destra del motociclista per enfatizzare il suo gesto di aggressiva prepotenza e far chiaramente capire agli spettatori la sua volontà di afferrare e “possedere la sua preda”. Normalmente classificheremmo il significato dell’opera con un normale “accidenti, mannaggia, caspita“, ma qui a Roma sintetizziamo il tutto con più di una nota e colorita espressione romanesca (anche molto cinematografica) “mors tua, vita mea“, “Li mejo mortacci tua“, “Alimortè“, situazione quotidiana normale sulle nostre strade a Roma. In mostra al Macro Testaccio, Veio è imperdibile.
Per info: www.museomacro.org
3 novembre 2014