Giancarlo Spizzichino, uno studioso della comunità ebraica scomparso due mesi fa, ha scoperto a Roma un secondo ghetto risalente al XVI secolo. Il Ghettarello è costato anni di studi a Spizzichino, che gestiva anche l’archivio storico della comunità ebraica romana. E proprio grazie alle ricerche è stato scoperta l’esistenza di questo secondo ghetto, secondo lui nato lo stesso anno del ghetto del ghetto principale (parliamo quindi del 1555, anno in cui è stato istituito con la bolla di Paolo IV, che ha imposto varie restrizioni economiche e religiose ala coumnità).
Il Ghettarello avrebbe avuto una sua sinagoga e lì avrebbero vissuto ben 180 famiglie, per un totale di 4.060 ebrei, per lo più poveri. Spizzichino ha ricostruito la storia attraverso un cartella contenente una mappa disegnata dall’architetto Giambattista Nolli, che riportava la presenza di questo ghetto sul monte dei Savelli, vicino alla chiesa di San Gregorio. Ma nel 1735 lo Stato Pontificio ha chiuso sia il secondo ghetto sia la sua sinagoga.
A riportare la notizia è stato il sito Haaretz, che afferma la possibilità di vedere ancora oggi le rovine dei piccolo ghetto. Grazie ad alcuni scavi, infatti, è possibile un cancello di un cortile, un forno per cuocere il pane azzimo ebraico e un piccolo tratto di strada tipico del XVI secolo.
1° dicembre 2014
Il Ghettarello, il secondo ghetto ebraico di Roma | ITMTelevision
2 Dicembre 2014 @ 01:51
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