La moglie di un lavoratore di Multiservizi, malata di tumore, scrive a Marino e Renzi: “Mi chiamo Rosa e sono la moglie di uno dei 48 operai che la società Roma Multiservizi Spa ha ingiustamente licenziato a settembre di quest’anno, e che da sempre vengono presi in giro dalle istituzioni che stanno giocando con le loro vite. Vite di uomini e donne. Persone arrivate al punto di volersi ammazzare, perche non riescono più a guardare in faccia i propri cari. Sentirsi inutili grazie a chi ci governa, non è giusto! Presidente Renzi, Sindaco Marino, voglio far capire che se accadra qualche tragedia, la colpa sara solo la vostra“. Queste le prime righe del disperato appello lanciato dalla moglie di un ormai ex operaio della Multiservizi Spa diffuso oggi dall’assemblea dei lavoratori della Cooperativa 29 Giugno, in una lettera da consegnare a Ignazio Marino e “se ci sarà possibile“, anche a Matteo Renzi.
Una richiesta d’aiuto scritta con la forza della disperazione, dalla signora Rosa che dice di essere “una malata oncologica con una bimba da crescere e un mutuo da pagare, con spese che lo Stato riesce solo ad aumentare sulle spalle della gente comune“. Il tutto con mille e 200 euro al mese. Prova con ogni mezzo, la signora Rosa, a far capire alle istituzioni la gravità della situazione. Scrive a Marino e a Renzi che lei li ha visti, li conosce “questi uomini, questi 48 licenziati… parlano, si fomentano a vicenda e tra loro c’è chi è più disperato di altri, tanto da voler dare un ultimatum: entro Natale qualcuno di loro vuole fare un gesto estremo. Gli altri cercano di stargli vicino, ma la disperazione è brutta. Davvero volete delle vite sulla coscienza?“.
“Io sono esasperata“, scrive la moglie del lavoratore Multiservizi, “non so quanto mi resti da vivere per la mia malattia cancerogena. II pensiero che mia figlia resti sola, non per sua volontà, ma a causa della mia malattia e delle istituzioni che hanno illuso mio marito e i suoi colleghi e lo lasciano comunque per strada, mi sta distruggendo giorno dopo giorno, soprattutto dopo quello che è emerso con gli arresti di “Mafia Capitale“: tutte quelle persone coinvolte proprio nel settore in cui lavorava mio marito!“. Ma la speranza trova sempre uno spazio, per quanto piccolo: “Ascoltando mio marito ho capito che i 48 licenziati potrebbero lavorare per Ama e alla nostra città servirebbero. Vi prego, vi supplico, regalate un dignitoso Natale a persone che hanno sempre denunciato la mancanza di trasparenza nella gestione della società in cui hanno lavorato. II Natale per noi rischia di essere una tragedia quest’anno e per questo il mio ultimo appello va a Sua Santità, Papa Francesco. Ci aiuti! Non chiedo niente di piu se non essere ascoltata io, mio marito ed i suoi colleghi“.
11 dicembre 2014