“Le notizie apprese dagli organi di stampa, che continuando nell’attacco mediatico ad un intera categoria, vorrebbero veder sfilare oggi 44 ‘disertori’ davanti una presunta ‘commissione’, appaiono totalmente infondate“. A dirlo in una nota l’Ugl. “È appena il caso di ricordare infatti, come in caso di indagini aventi rilievo penale, l’indagato non possa essere escusso se non in presenza del proprio legale, cui deve essere notificata la convocazione. Anche in caso di indagine disciplinare esistono tempi e modalità contrattualmente previsti, che partendo da un iniziale richiesta di chiarimenti (da notificare al lavoratore), vedono dapprima tre giorni di tempo dello stesso per presentare le proprie motivazioni e solo in seguito un eventuale convocazione, con la facoltà per il lavoratore di farsi assistere da un avvocato o da un rappresentante sindacale“.
“Il Coordinamento Romano dell’ UGL Polizia Locale, con tali precisazioni – prosegue la nota – non intende assolutamente mettere in discussione l’esigenza di fare chiarezza sull’intera vicenda e di accertare le eventuali responsabilità che dalla stessa, dovessero emergere a qualsiasi livello ma solo ripristinare una corretta informazione, da ignoti artificiosamente e volutamente stravolta, al fine di attaccare pesantemente un intera categoria e di screditarla davanti alla nazione intera. Torniamo a ribadire la legittimità del comportamento di qualsiasi lavoratore non intenda aderire a forme di lavoro straordinarie, istituite in aggiunta alle 36 ore contrattualmente previste, invitando l’opinione pubblica ad interrogarsi sul perché centinaia di uomini e donne, che sempre in passato hanno dimostrato di mettersi DISINTERESSATAMENTE al servizio della collettività (vedasi i terremoti dell’ Umbria e dell’Aquila solo per citare alcuni esempi), fino a ricevere personali benemerenze dal Presidente della Repubblica, oggi intendano limitarsi al ‘contrattualmente dovuto’“.
5 gennaio 2015