Si è spento ieri sera, il regista teatrale Luca Ronconi. E’ morto al Policlinico di Milano, dove era ricoverato da alcuni giorni, forse per un virus. Nato in Tunisia nel 1933, si diploma al corso di recitazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma nel 1953.
Un maestro dell’innovazione e della sperimentazione, arrivato alla fama con ‘‘l’Orlando furioso” di Ariosto, nella versione di Edoardo Sanguineti con scenografia di Uberto Bertacca. Dopo l’ampio successo del dramma, Ronconi dirige nel 1974 una versione cinematografica dello stesso, interpretato da attori tra cui Massimo Foschi e Mariangela Melato. Dagli anni Settanta in poi collabora con diverse istituzioni teatrali, tra cui la Biennale di Venezia, di cui diventa direttore della Sezione Teatro dal 1975 al 1977. Dal 1989 al 1994 dirige il Teatro Stabile di Torino , dove realizza l’allestimento de ”Gli ultimi giorni dell’umanità’‘ di Karl Kraus. Nel 1994 dirige a Salisburgo ”I giganti della montagna’‘ di Pirandello. Dal 1994 al 1998 diventa direttore artistico del Teatro di Roma, dove nel 1996 dirige ‘‘Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Gadda e l’anno successivo mette in scena il ”Davila Roa’‘ di Alessandro Baricco, fischiato dal pubblico. Nel 1998 allestisce ”I fratelli Karamazov” di Dostoevskij. Nel 1999 passa al Piccolo Teatro di Milano, dove affianca il direttore Sergio Escobar nel ruolo di direttore artistico. Tra i suoi lavori anche molte regie liriche di classici italiani come Monteverdi, Bellini e Rossini.
Dario Franceschini Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo lo ricorda così su Twitter: ”Ci ha lasciato Luca Ronconi. Per più di cinquant’anni un Grande del teatro che ha innovato con coraggio e passione” . Il Ministro in una nota dichiara: “Con lui se ne va un intellettuale lucido, che ha saputo interpretare al meglio il proprio talento e non ha mai smesso di sperimentare ed innovare. Il teatro perde oggi un suo grande protagonista”. Anche Matteo Renzi ricorda Luca Ronconi “un grande protagonista della vita culturale e civile del Paese, ingegno visionario che ha saputo scavare nell’animo umano e rappresentarlo in scena con forza, profondità, sguardo”.
di Laura Guarnacci
22 febbraio 2015