La bocciatura a scuola non può certo essere accettata a cuor leggero, sia per orgoglio personale che per motivi economici. Che cosa succede però quando un professore decide di far ripetere l’anno a uno studente a causa delle sue “simpatie” e non del profitto? Il ricorso contro la bocciatura è possibile, anche se non semplice, visto che vanno dimostrate diverse circostanze.
In effetti, il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha dei costi non indifferenti e va fatto soltanto se esistono delle prove evidenti in merito al comportamento dell’insegnante. Le prove possono essere rappresentate da documenti come i registri di classe e i verbali del consiglio, ma anche da testimonianze dirette dei compagni di classe, i genitori e gli altri professori, i quali possono certificare l’accanimento nei confronti dello studente bocciato.
È comunque difficile che il TAR dia ragione allo studente, dato che il consiglio di classe è un giudizio sul comportamento scolastico che viene motivato da valutazioni di tipo tecnico: il giudice, infatti, non potrà mai sostituire il professore e rispetterà le sue scelte, a patto che la bocciatura sia motivata in maniera approfondita.
Le uniche possibilità di successo si hanno nel caso di errori e difetti nel verbale: ad esempio, può emergere un’antipatia in grado di condizionare la scelta oppure non si dà il giusto risalto ai voti buoni e sufficienti nel confronto con quelli negativi. Inoltre, può anche emergere il fatto che allo studente bocciato non sono state date occasioni per recuperare (poche interrogazioni). È un percorso giudiziario complicato, ma può consentire allo studente di recuperare l’anno perso.
7 Febbraio 2016 @ 18:25
Ho appena perso il ricorso al tar di latina fatto per motivi tecnici completamente ignorati dai giudici, mia figlia è stata bocciata al 4^ anno di liceo perché vista al mare, rimandata con 5 e bocciata con 4 (dopo ripetizioni, corsi di recupero interni e studio autonomo). Fa specie che una persona mai rimandata venga violentata in questa maniera da professoresse che dai banchi sono passate alle cattedre mantenendo un livello di maturità inadeguato all’insegnamento, riuscendo a provocare gravi danni psicologici nell’alunna e turbando la serenità di una famiglia.
Quando succedono agli altri queste cose non ci fai caso, poi quando ti capita ti fa male. Se questa è la scuola italiana, mi vergogno di vivere ancora in questo paese dove sono nato e dimorò da 47 anni.